My secret Windows “Law cut”, recensione
Pura forza indipendente, fatta di nuovi suoni e nuovi rumori, portati dal vento incalzante e sedizioso de La Rivolta Records, neonata label salentina che offre al proprio rooster l’ideale che il lavoro musicale non è tanto un prodotto da lanciare in preda alle teorie di marketing aggressivo, quanto piuttosto un espressione artistica da diffondere e un’idea da comunicare.
L’incarnazione di questa attenzione all’arte e al genuino senso dell’eleganza musicale è dato dalla nuova e sorprendente release dei My Secret Windows, trio italico capace di raccontare uno dei migliori dischi di questo mese. Le undici tracce raccolte in un piacevole packaging, sono spiegate attraverso un booklet muto, in cui le parole assenti lasciano lo spazio al cromatismo minimale di Christian Chironi e Stefano Leone, i quali, attraverso Artwork & Graphic, racchiudono in semplici forme e linee neutre uomini senza volto, come in un surreale intento artistico.
La giovane band formata dal trio Chironi-Magno-Meleleo, sin dalle prime note sembra offrirsi a spazi musicali aperti e indefiniti tra intenti acustici e un’anima alternative capace di imprigionare campionamenti e gentili melodie ad ampia veduta sull’ottenimento del nuovo.
L’album si apre con My sweetie brother, il cui riff iniziale dal sapore stoner ci avvolge e coinvolge verso un vortice musicale privo di titubanze, come dimostrano ampiamente l’utilizzo ben bilanciato degli strumenti e una voce chiara, semplice e diretta. Piccole sensazioni elettroniche si avvalgono di andamenti space e di un’esondazione sonica su di un beat eighteen, che mescola senza soluzioni di continuità sapore retrò ad intuizioni altronic pop.
Difficile perdersi tra le partiture di questo Law cut, come dimostrano la sognante Neural, da cui fuoriesce un anima Travis e la coinvolgente melodia di When i was young (reprise), in cui le corde pulite accompagnano piccoli ed impercettibili passi compositivi dal finale aperto. Tra archi e drum set ben equilibrato si passa attraverso le sensazioni Radiohead di Secret windows ed il citazionismo Muse che emerge in maniera naturale e tutt’altro che riflessa nelle convincenti note di Calling of Martha.
Con My dear friend si racconta poi una sorta di epistolare e melanconica serie di ricordi, in cui il songwriting suggerisce di non dimenticare i propri sogni, stimolati in questa traccia da sensazioni Black market e impostazioni brit rock che strizzano l’occhio agli Stereophonics, tra passaggi ciclici e diluiti e apprezzamenti anni 90 .
Con Falling out infine ritroviamo un’aurea ossessiva ed ipnotica, nella quale ci si perde prima nella poco convincente (Sorry Sorry) Baby you can’t talk about it, e poi nella chiusura di Why, la cui sensazione intimista, rappresenta con il suo andamento cadenzato la via sussurrata, metaforizzata da un discostante e dolce valore narrativo.
TRACKLIST:
01. My Sweetie Brother
02. Come In
03. Neural
04. Secret Windows
05. When I Was Young (Reprise)
06. Calling Of Martha
07. My Dear Friend
08. When I Was Young
09. Falling Out
10. (Sorry Sorry) Baby You Can’t Talk About It
11. Why