Muse – The Resistance recensione.
I Muse sono da anni uno dei migliori gruppi rock della scena musicale e le loro performance dal vivo continuano ad affermare la bravura del trio inglese.
Il loro talento viene sicuramente confermato nel loro ultimo lavoro “The Resistance”, registrato in Italia, che è balzato ai primi posti delle classifiche mondiali a pochi giorni dalla sua uscita e dopo due anni di pausa dal precedente “Black Holes And Revelations”, lavoro più discontinuo rispetto alla loro recente fatica.
“The Resistance” è un album che può essere definito eccessivo, pretenzioso ed autocelebrativo, ma non riesco a dare nessun significato negativo a tali aggettivi: questo è un lavoro per chi ama la musica.
Una volta tolto il CD dal cellophane isolatevi dal mondo, alzate il volume ed iniziate l’ascolto dalla nona traccia, che con le successive due compone la suite “Exogenesis Symphony” che è una composizione fuori dal tempo, tanto che potrebbe essere stata composta per buona parte negli anni ’70 e anche molto prima.
La suite finisce dopo circa tredici minuti e al termine dell’ascolto realizzerete immediatamente di aver speso bene i vostri soldi, al di là di quello che ascolterete nei rimanenti brani. Tutti i brani sono comunque coinvolgenti e caratterizzati da significativi testi a sfondo politico e sociale, a partire dal brano di apertura in pieno stile Muse “Uprising” che, pur essendo un brano “facile”, non lascia indifferenti con il suo incedere, con i suoi cori a sostegno della voce solista e con le sue tastiere che arricchiscono la base chitarra-basso-batteria.
I Muse dimostrano di saper suonare “da paura” e propongono un rock progressive-sinfonico di gran levatura, sviluppando un album orchestrale che non molla mai la presa dal primo all’ultimo brano, con il pianoforte che affiora in quasi tutti brani a costituire il substrato, la linea guida, su cui poggiano molti dei temi creativi dell’album e la batteria pronta ad esplodere, con potenza a volte inattesa.
Il gruppo inglese dimostra inoltre di non aver paura dal discostarsi dalla formula che lo ha portato al successo e che gli consente di riempire di pubblico i suoi concerti: probabilmente con questo CD i Muse perderanno qualche vecchio fan, ma ne acquisiranno in maggior numero fra coloro che rimarranno stupiti dalla bellezza e dalla complessità di questa loro produzione.
Soffermarsi sulla descrizione dei singoli brani è quasi inutile, oltre che spesso davvero complicato: tutto il CD è pervaso da una energia inesauribile e da continue citazioni classiche e moderne, che vanno da Chopin ai Queen (evidentissime nel brano “United States Of Eurasia”), fino agli Ultravox, con continui cambi di atmosfera nei vari brani a rappresentare, oltre che il grandissimo talento compositivo ed esecutivo del Muse, anche la loro conoscenza delle lezioni del passato.
I brani si sviluppano quindi nella loro complessità con frequenti variazioni di ritmo e linee melodiche e con innesti di parti corali davvero coinvolgenti: nonostante ciò l’intero lavoro risulta in pieno equilibrio, con una consistenza ed una omogeneità davvero rare ed invidiabili.
Se amate il rock e le sue contaminazioni con la musica classica, se volete fare il pieno di energia e di emozioni, comprate assolutamente questo lavoro, di cui di seguito trovate la “Track List”.
1.Uprising
2.Resistance
3.Undisclosed Desires
4.United States Of Eurasia (+Collateral Damage)
5.Guiding Light
6.Unnatural Selection
7.MK Ultra
8.I Belong To You (+Mon Coeur S’Ouvre A Ta Voix)
9.Exogenesis: Symphony Part I (Overture)
10.Exogenesis: Symphony Part II (Cross Pollination)
11.Exogenesis Part III (Redemption)