Mother Island “Motel Rooms”, recensione
Da pochi giorni sugli scaffali delle novità troviamo un nuovo lavoro legato al mondo dei Mother Island; un mondo, popolato di atmosfere Jungle Pop, qui mescolate sensazioni Velvet , striature Surf e colori seventies.
La terza fatica del quintetto, infatti, gioca con un sound immediato e libero, che non esita a congiungere il suono colorato di una West Coast di inizi anni ‘70 con accorti rimandi filmici, esattamente come accade nell’overture Till The Morning Comes, e tra le note piacevolmente avvolgenti di Eyes Of Shadow, considerabile tra le più interessanti composizioni del disco.
Promosso da Go Down Records, l’LP appare figlio legittimo di stilemi d’oltreoceano, maturati grazie a esperienza e idee sempre più incisive (And We’re Shining). Licenziato in gatefold (anche in green version) , il vinile, di fatto, racconta pop psych rock e passaggi chitarristici, ideali pattern per la vocalità suadente di Anita Formilan, pronta a cavalcare le onde Summer Glow, definita da un sound sognante e ben caratterizzato, che potrebbe piacere a chi sa chi è stato il Re Lucertola. (E) se poi con le evocazioni morriconiane di Demons l’ascoltatore viene proiettato nell’immaginifico cinematografico, è con Santa Cruz che le sensazione trovano concretezza, così come emerge da Lustful Lovers, attraverso la cui struttura armonica, lineare e per certi versi danzante, propone una bass line pronta a disegnare movimenti cadenzati. Sviluppi sonori atti a contornare la leggerezza tipica degli anni ‘60, mediante composizioni riuscite (Dead Rat), il cui potere attrattivo offre sin dal primo ascolto un salto in un tempo dolce e conosciuto.
TRACKLIST
- Till The Morning Comes
- Eyes Of Shadow
- And We’re Shining
- Summer Glow
- We All Seem To Fall To Pieces Alone
- Demons
- Song For A Healer
- Santa Cruz
- Dead Rat
- Lustful Lovers