Matteo Becucci – Impossibile, recensione.
La melodia è una parte importante della musica, ma non sempre può prevalere come forza motrice di una canzone o della voce che porta alta la sua bandiera. Ne siamo convinti? Senza la melodia, l’orecchio mediocre dell’ascoltatore non ricorderebbe nemmeno le sue canzoni preferite. A questo punto viene spontaneo pensare che conti più la sperimentazione…non è così, poiché l’orecchio non l’apprezza. Alla fine, poi, anche quella stessa tecnica porta alla creazione di una melodia. Quindi, tornando sempre sullo stesso giro di giostra, come si può dire che la parte melodica non è necessaria in una canzone o nella voce? Si è visto come, nella prima edizione di “X-Factor” ( il noto talent show di Rai Due ), si sia tifato per la tecnica, ma vinse la facilità dei testi e una voce sgradevole. Le cose, nell’ultima edizione, erano diverse: bisognava scegliere tra il nuovo e il vecchio. Il primo originato dai The Bastards – Sons Of Dioniso, i quali presentarono, con il loro inedito, un genere post punk che in Italia manca, insomma un qualcosa di elaborato; l’antico è rappresentato dal Signor Matteo Becucci: la voce lirica/melodica, che ha portato a casa il contratto discografico di 300.000 Euro con la Sony.
Nato a Livorno il 4 Agosto del 1970, Matteo possiede fin dall’infanzia una dote naturale per il canto. All’età di 18 anni inizia a studiare la chitarra, mentre, in parallelo, suona, da autodidatta, il pianoforte. A 20 anni c’è il suo primo debutto live. In seguito, grazie al suo vagabondare in varie band ( Rien à Faire; Check Back; Mr. Pitiful; Bubble Sound Orchestra ), avrà modo di aprire non solo i concerti di Sergio Caputo, ma anche di esplorare vari generi musicali che influenzarono notevolmente la sua timbrica ( jazz; Soul; lirica; ecc. ). Nel 2008, viene accettato da Morgan per partecipare a “X-Factor 2” nella categoria “Over 25”. Vince senza andare mai al ballottaggio, non solo grazie ad eccellenti esibizioni, ma anche ad un inedito vocalmente esplosivo: Impossibile.
“Impossibile” è anche il nome della raccolta che è stata creata appositamente per promuovere l’inedito di Beccucci e le sue migliori esibizioni a “X-Factor 2”. La title-track è un delicato brano che narra la storia di due amanti: vivere senza o con l’altro è impossibile, perciò la canzone riassume un circolo vizioso che non termina mai grazie alla passione che lega le due figure. A seguire: “Lo Avrei Dovuto Sapere ( I Should Have Know Better )” di Jim Diamone; “Ancora Ancora Ancora” di Mina; “The Power Of Love” feat Elisa Rossi ( un’ altra concorrente della sua categoria ) dei Frankie Goes To Hollywood; “I’ll Fly For You” dei Spandau Ballet ( il suo cavallo di battaglia ); Sei Bellissima di Loredana Berté. Stranamente evitate “Stay” degli U2, “Stars” dei Simply Red, “Starman” di David Bowie e “Arthur’s Theme” di Christopher Cross.
Costante fissa e meravigliosa: la voce di Matteo. Sembra sempre avere una tonalità media, ma, quando meno ce lo aspettiamo, ecco che durante il ritornello tutto esplode coinvolgendo l’ascoltatore in giri melodici infiniti che non mettono in evidenza nemmeno una pecca, un singhiozzo o un respiro nella voce. La perfezione però, anzi l’eccesso di essa, sembra essere stata creata anche grazie a qualche macchinario “pulisci voce” nella fase di registrazione dell’album. Questo, sembra rendere Becucci distante dall’ascoltatore, quando, invece, lui era uno dei più intimi con il pubblico.
Il pubblico apprezzò più volte le esibizioni del livornese, il quale, grazie a un percorso ben studiato dal capitano della sua squadra, ha saputo modulare la voce in varie occasioni fino a raggiungere un livello di perfezione tale da poter sciogliere anche il cuore più freddo. Al contrario, la critica ritenne che la vittoria dovesse essere attribuita ai The Bastards ( capitanati da Mara Maionchi ), sicuramente più facili da collocare in ambito discografico per il pubblico vario che possono attirare. Secondo alcune inchieste, quelli che hanno votato Matteo erano in una fascia d’età non proprio giovane, quindi, sul mercato, cercare di diffondere un prodotto del genere risulta sempre un rischio, poiché non solo è qualcosa di già sentito ( notare la somiglianza con Mick Hucknall dei Simply Red ), ma anche un qualcosa di cui il panorama italiano è pieno.
Nonostante questo Matteo Becucci ha vinto X-Factor. Sì, forse non avevamo bisogno di un altro cantante melodico, ma sinceramente preferisco un mondo pieno di cantanti così, piuttosto che un panorama di Giusy Ferreri. Di solito la vittoria, in queste manifestazioni musicali, può anche significare la morte dell’artista ( stando ad Mtv, infatti, pare abbiano vinto i Bastards ), ma auguro a Matteo tutto il bene possibile, perché all’Italia non fa mai male riscoprire la facciata più evidente della sua musica.