Massive Attack – Splitting the atom EP
Per chi non conoscesse i Massive Attack, si potrebbe dire che se gli altri fanno musica elettronica, loro di solito la inventano.
Il loro ultimo album risale al febbraio del 2003, se non consideriamo la colonna sonora per Danny the dog e la canzone inserita in Gomorra Herculaneum.
Come amante dei Massive Attack, sono oramai abituato alla loro parsimonia musicale (per non definirla “stitichezza”).
E’ una cosa che ammiro perché in tal modo riescono spesso a produrre piccole gemme di ottimo livello, cosa più unica che rara soprattutto nel panorama della musica elettronica fatta perlopiù di remix, EP, bootleg, collaborazioni, in una moltitudine infinita di brani che spesso sfilaccia anche le idee più interessanti rendendole produzioni “usa e getta”.
L’attesa è stata davvero lunga.
E non è ancora finita.
L’album dovrebbe uscire l’anno prossimo, ma, quasi a volerci spronare a resistere ancora, ecco che ci regalano un piccolo presente.
Dai primi giorni di ottobre si può infatti acquistare online il loro EP “Splitting the atom“.
Ogni volta che scrivo EP penso a quanto sia singolare la definizione di Extended Play, rispetto a Long playing.
Secondo voi dura di più una cosa estesa o lunga?
La musica a volte è una questione di fede…
Comunque la pensiate a riguardo, questo per ora abbiamo e questo ci dobbiamo far bastare, lungo o esteso che sia.
L’EP in questione si compone di quattro brani.
Ascoltando la struttura musicale non può non tornare alla mente il loro ultimo bellissimo disco 100th window,
atmosfere rarefatte giocate sulla contrapposizione tra basi cupe e voci angeliche.
Se però in 100th window il livello raggiunto era davvero molto alto, atmosfere di una rarefazione impressionante miste a delle splendide voci che tagliavano letteralmente l’aria, qui il tutto sembra un pochino più farraginoso.
Il primo brano che dà il nome all’EP, Splitting the atom ha una ritmica molto cadenzata e forse per voler sorprendere chi si aspettasse la solita voce angelica, arriva a sorpresa una voce che più che agli angeli rimanda a Barry White e che ci sussurra il testo creando un contr’alto al contrario tra il medio basso della base ed il bassissimo della voce.
Piacevole ma sicuramente non memorabile, anche se un qualcosa di particolare ce l’ha.
Il secondo brano: Bulletproof love ci porta con più convinzione nei terreni tanto cari ai nostri.
Il brano inizia con suoni e sussurri a formare un tappeto molto avvolgente. L’atmosfera si fa cupa e l’arrivo di una voce disincantata e triste non aiuta certo la luminosità del brano.
Già al primo ascolto tuttavia il ricordo di The eraser, il disco solista di Tom Yorke, si fa fortissimo senza però raggiungere quelle vette di poesia.
La parte campionata, ossia la parte più elettronica, è sicuramente più interessante e complessa rispetto alla “pianola” di The eraser, ma se la voce del piccolo Tom rimane impressa a fuoco nella mente con tutta la sua drammaticità, il brano dei Massive Attack riesce ad avvicinarsi unicamente alla sua ombra.
Con apprensione passo al terzo brano, Pray for rain
La ritmica è molto intrigante e particolare come solo i Massive Attack e forse Tricky sanno fare. (su tutti, il meraviglioso giro di Inertia creeps rimanga a perenne memoria)
Una semplice rullata di tamburo che però, da sola, riesce a reggere tutta la melodia.
La voce da disperata ed afflitta diventa semplicemente seria, forse un po cinica, ma perfettamente calzante con la base.
La batteria a farla da padrona e la voce che prova a rubarle la scena, in un dialogo molto intenso.
Bel brano; questo sì, ricorda i migliori Massive Attack e ti rimane in testa come un cappello comodo.
Ultimo brano dell’EP, Psyche
Il rimando è immediato a 100th window, ma non riesce ad eguagliarlo.
Forse perché ormai la sorpresa è finita, e dopo 6 anni di voci angeliche su basi cupe ne abbiamo quasi le scatole piene, ma il tutto non funziona molto.
Sa di già sentito, di già fatto in precedenza e anche meglio.
La voce è indecisa, non riesce a rendere né le acute vette di certi brani del vecchio album, né riesce a trasmetterci una qualche emozione.
Sembra quasi che lo stia cantando controvoglia…
Le basi poi non sono nulla di sconvolgente e sanno tutte di già sentito.
Insomma che dire, quasi una brutta sopresa questo EP.
Non so se i brani saranno contenuti nel prossimo album o meno, ma sinceramente spero in qualcosa di meglio.
Certo è che nel complesso, non mi ha entusiamato.
A parte Pray for rain che merita una menzione, il resto sa di già sentito, di vecchio.
A questo punto non resta che aspettare il nuovo album per capire se correggeranno rotta o meno.
La voglia comunque di sentire dei nuovi brani dei Massive Attack è tornata più forte che mai; e forse quindi il suo sporco lavoro questo EP alla fine lo ha fatto.