Malintenti Dischi: Donsettimo, Oratio e Akkura

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“Cosa si fa quando ci si trova nel deserto e si ha un bel po’ di sete? O si va avanti finchè l’acqua non si esaurisce, o si costruisce un’oasi per poter partire a cercarne un’altra, avendo una base solida.
Noi abbiamo costruito un’oasi, la Malintenti. Siamo stati la prima etichetta indipendente a Palermo (all’infuori di quelle Jazz e neomelodiche napoletane), siamo stati i primi ad investire nella musica, a lavorarci con serenità e professionalità.”

Questo trafiletto è ciò che appare sul sito della Malintenti Record, felice realtà nostrana, che dal 2006 ad oggi è riuscita a pubblicare musica di alta qualità, mostrando in sé amore di condivisione e qualità da vendere. Come dimostrano i dischi di Donsettimo “Notte di mamma”, Oratio “Ora li ho” e Akurra “Brucerò la vucciria con il mio piano in fiamme”. Per rendercene conto non dovremo far altro che entrare nella magica Trinacria musicale, partendo proprio da…

Donsettimo
“Notte di mamma”

cover

Partiamo inevitabilmente dai complimenti indirizzati al curioso e magnifico studio di cover art, (che simula una cornice demodè con tanto di appoggio posteriore) contenitore di un disco che tra surf rock, cantautorato e eclettismo, fornisce una babele di estensioni sonore.

“Notte di mamma”, prodotto dal catanese Cesare Basile, risulta capace di ottenere dall’arte musicale di Donsettimo un patrimonio linguistico-sonoro davvero brillante. L’album si apre con l’ intrigante sound di “Viziosa”, che a tratti sembra ricordare il cantautorato forbito di Sirianni. Il groove proposto sembra essere debitore da un lato al westsound americano e dall’altro agli ottocenteschi cori neri che accompagnano la partitura, verso l’outro finale ingemmato da cigabox, farfisa e bastoni. Il disco si dipana attraverso movimenti allegri come nella surreal-ermetica “Padrino compagno” e in“Il vangelo di Totò”, in cui il fondo di chitarra “battente” alla Ronin, si appoggia su overlay elettrici e back voice, capaci di dare maggior risalto alla splendida e caratterizzata voce di Settimo.

Il disco ovviamente non può prescindere dalla tradizione, che ancora oggi vive e sopravvive al sud; ne sono curioso esempio la ninna nanna di chiusura “Nu cielo” e “Sceriffo”, in cui accenni surf si mescolano ad un sound figlio degli anni 70.

Il disco non annoia ma sorprende, con omaggi impliciti all’arte caposseliana con”Comunisti sulla slitta” e il giocoso divertissement di “Langhe/le corna”, sino a giungere allo sporco e grezzo blues di “Urlo dei cani muti,” in cui il banjo ci trasporta in lande desolate e lontane, narrate in maniera poetica e sentita, per il brano forse meglio riuscito del full lenght, grazie anche all’ammaliante vocalità di Rosella Cubeta.

Insomma un disco che non può non piacere.

Tracklist:

1. “Viziosa”
2. “(Il vangelo di) Totò”
3. “O sceriffo”
4. “La sera prima”
5. “Padrino Compagno”
6. “Comunisti sulla slitta”
7. “Langhe”
8. “Urlo dei cani muti”
9. “Nu cielo”

Oratio
“Ora ti ho”

cover

Proseguiamo il viaggio musicale nel universo Malintenti con il disco d’esordio di Andrea Corno, in arte Oratio. Anche in questo caso, prima di entrare nel mondo musicale dell’autore sudista, vorrei porre, come di consueto, l’accento sulla work art della copertina, permettendomi di sottolineare come il front appaia, a mio avviso assolutamente fuorviante e poco consono al prodotto finito, per di più in antitesi con la delicatezza grafica e in raffinato gusto con cui l’interno del booklet è stato creato, sia grazie alle semplici, ma belle micro-illustrazioni, sia per la scelta di un font delicato e poetico, proprio come il suo contenuto musicale.

Infatti è dall’interno del booklet che arriva l’ispirazione iniziale per la recensione; anche noi di Music on tnt ci vediamo “costretti a ringraziare” le ferrovie dello stato (scritto minuscolo!), in quanto, proprio grazie ai ritardi tipici delle FS, Andrea è riuscito, come racconta lui stesso, a scrivere le sue composizioni musicali. Senza dubbio l’impegno di songwriting racchiude in sé un animo elegiaco in senso modernista. L’attenzione al lessico e alle immaginifiche realtà narrate, nasconde qualcosa che va oltre. Il rischio, in questi casi è quello di non riuscire a sposare la beltà compositiva con un adeguato sfondo sonoro, ma per fortuna, sin dall’introduttiva “È una questione di…” ci si rende conto che il sentiero imboccato è quello retto. L’incipit si racconta attorno ad una manciata di accordi semplici e lineari, che si contrappongono al non sense e al cantato poco lineare, genuino e talvolta positivamente sgraziato. La delicatezza delle sonorità non manca affatto e ne è esempio la spagnoleggiante “Otra vez”, che grazie alla sognante voce di Rossella Cubeta, trasforma il brano in romantico esempio dai sentori Amaral. In Oratio ritroviamo sperimentazioni legate al cantautorato del “westernato” Bugo, come accade in “Il tabacchino è chiuso”, in cui emerge l’ironia sottile del racconto e una melodia alternative di gusto, come nel Silvestriano stornello di 58 secondi “Mi son svegliato presto” o il blues allegro e cadenzato di “Muoio”, nato all’ombra di banjo e armonica.

Tra i brani meglio riusciti ritroviamo da un lato l’immediatezza esecutiva di “Una parte di me”, per cui risulta impossibile rimanere immobili all’ascolto, e dall’altro la ghost track finale, in cui tra blues ed alt-country ritroviamo un riff diluito ed accattivante, che si sposta in territori free sino a raggiungere un clapping hand d’omaggio alla musicalità nera.

Grazie trenitalia!

Tracklist

1. È una questione di…
2. Una parte di me
3. Non guariremo piu’
4. Ora vez
5. Il bianconiglio
6. Dietro le quinte
7. Tre cuscini
8. Il tabacchino è chiuso
9. Mi son svegliato presto
10. Muoio
11. Ce ne andremo via
12. Quando non ti parlo