Mahogany Frog – DO5. Recensione
Il prode Leonardo Pavkouic torna a sfornare musica in quantità con la sua Moonjune e noi come di consueto lo seguiamo con grande curiosità, perché proseguire su una strada coerente ha valore.
In questo caso la proposta è interessante anche perché onesta, nel suo mostrarsi come pure nei suoi limiti. Il gruppo sfodera una miscela variamente dipanata lungo l’ascolto a dar forma in modo colorito – anche se non è corretto attribuirgli caratterizzazioni psichedeliche cui la copertina sembrerebbe rimandare – ad una sorta di indie rock in cui è agevole trovarsi bene se si frequenta già il territorio.
I nostri manipolano la materia con una certa familiarità, che va loro riconosciuta e che gli consente di dare anche valore positivo – nella capacità di rendersi evocativi e quindi in qualche modo anche personali – a quello che sovente si manifesta pure come il limite principale del lavoro, cioè una sorta di – ben riuscito, per carità – compendio rock in cui è fin troppo semplice imbattersi in vari tra coloro che hanno messo le fondamenta a vario titolo nel genere, o che nel genere stanno determinando evoluzioni grandi o, molto più spesso, piccole (Yes, tracce di King Crimson, frattaglie di Hawkwind, più di recente i Nine Inch Nails, … L’elenco proseguirebbe anche con nomi meno noti).
Insomma, in questo lavoro ci sono pregi e difetti di un progetto in cui la voglia e, dicevamo, la capacità di produrre una musica elettrica, strutturata ma alternando momenti in cui possa essere anche l’aspetto onirico del rock a prevalere, generano certamente un risultato valido sebbene impietosamente esposto al confronto.
Pesa qui e lì qualche pecca in termini di precisione, inezie nel rock ‘normale’ ma cose che si notano quando si sceglie il periglioso sentiero della strutturazione tecnicistica, chiaramente più in vista per analisi di questo tipo. Per gli amanti del genere c’è da ascoltare e rimanere incuriositi, e talvolta anche affascinati.
Forse non è cosa per tutti, ma di modi (legali) per assaggiare ne avete molti, e se poi ci mettete anche che i CD Moonjune costano meno della media…