Lucio Battisti – Umanamente Uomo: Il Sogno. recensione.
Dedicato a chi ama questo cantante e che ha interpretato un brano di questo disco per avere l’attenzione di qualcuno…so di certo a cosa sta pensando.
Nell’anno 1972 nacque una pietra miliare della musica italiana. Sebbene molte hit del passato, presente e futuro della musica italiana fosse stato già scritto precedentemente, ma anche nei capitoli successivi, qui si raggiunge il massimo, attraverso brani indimenticabili che hanno fatto sì che i Beatles ci fossero anche in Italia, attraverso la figura di un uomo che, in realtà, ne riassumeva un’altra attraverso una voce candida, qualche arpeggio di chitarra e delle melodie che raggiungevano quasi il progressive: Lucio Battisti conquistò l’Italia e quando se ne andò seppe conquistare i cuori di tutti, regnando come vero idolo di un piano musicale che ormai vede, sulla terra, pochi rappresentanti.
Reduce dal successo di “Emozioni” e dal debutto sperimentale di “Amore E Non Amore”, Lucio Battisti, insieme all’inseparabile Mogol, decide di creare un fusione tra i suoi lavori precedenti per dare vita ad un album che si configura come una sorta di visione, un viaggio attraverso l’uomo che è ben confermato dal titolo: “Umanamente uomo: Il Sogno”. Prima ancora di questo era uscito un esperimento della Ricordi che aveva tentato di creare una prima raccolta del cantautore italiano, senza però avere molto successo, ma questo non fermò la corrente “battistiana”, infatti il quinto cd d’inediti ( che fu distribuito anche all’estero, ma con scarso successo ) fu un successo clamoroso e regalò all’Italia molte delle più belle composizioni eseguite da Lucio. Molte furono le ispirazioni per questo tripodi canzoni, per un album che sembra permeato di gentilezza e dolci rumori che mostrano al mondo un personaggio ulteriormente introverso, ma, in un certo senso, anche molto introspettivo.
La canzone che apre l’album è decisamente la composizione più bella del repertorio Mogol-Battisti che sa parlare in modo semplice , attraverso l’uso di metafore e immagini, una giovinezza spensierata vissuta nel dopoguerra, dove un brivido sembra sconvolgere tutto, lasciando che tutto non tremi più, neanche la paura sembra essere così essenziale. Ebbene sì: “I Giardini Di Marzo” sono una sorta di capolavoro formato ad personam, nel senso che chiunque può trovarci u diverso significato, facendo in modo che sia sempre quello giusto; il lato b di questo singolo è la profonda “Comunque Bella”, un brano che fa vedere come l’uomo, a volte, non sia in grado di sfigurare la donna che ama, ma che sia capace solo di perdonarla d’averlo tradito data la sua bellezza. A seguire è presente una canzone che, secondo alcune indiscrezioni, sembra collegarsi ad una storia extraconiugale di Renzo Arbore che diede a Battisti l’ispirazione giusta: nacque “Innocenti Evasioni” che, già dal titolo, è possibile interpretarla, come un brano che fa vedere come, anche in questo caso, non ci sia cattiveria in quello che si fa. Il titolo venne, in seguito ( nel 2006 ), usato per una raccolta tributo a Battisti, dove i più grandi esponenti della musica italiana ( Nomadi; Max Pezzali; Ligabue; ecc. ) prestarono la loro voce per interpretare alcuni brani: inerenti a questo disco ci furono la title-track della raccolta interpretata da Cesare Cremonini; “E Penso A Te” cantata da Raf; “I Giardini Di Marzo” fatta da Ligabue; in ultimo “Il Leone E La Gallina” con Samuele Bersani. Si giunge qui ad un capolavoro targato Bruno Lauzi: “E Penso A Te”, un brano delicato, quasi sospirato, cantando al buio di una stanza o nell’oscurità della notte, come a voler soffocare il desiderio di non voler essere dove si è, ma di essere altrove con qualcun’altra/o. In seguito, collegata in gran parte al primo brano, la title-track: “Umanamente Uomo: Il Sogno”, un brano strumentale ( vittima degli album precedenti ) che doveva avere un testo, ma Mogol non fu convinto della cosa, così il tutto venne inciso con un Battisti che fischia e sospira, come un accompagnamento, la melodia base, la quale da veramente l’idea del sogno attraverso arpeggi di chitarra che sembrano, come suggerisce la copertina, suonati davanti a un fuoco, infatti, non a caso, l’ultimo brano ( Il Fuoco ) ha, più o meno, la stessa storia anche se ha una sonorità completamente diversa dalla title-track, con una chitarra elettrica distorta e dei suoni che sembrano imitare il rumore dell’acqua. A seguire possiamo trovare due brani che si distaccano completamente dall’intera track-list, ma non per questo meno belli: il primo è “Il Leone E La Gallina”, in cui viene raccontata la storia del corteggiamento di una donna in maniera molto simile alla caccia alla gallina da parte del leone; il secondo, invece, è decisamente il brano più movimentato dell’intero progetto: “Sognando E Risognando”, un brano che racconta del caos urbano anche nel tempo libero, infatti si tratta di una corsa per raggiungere in tempo la propria ragazza e uscire insieme. Il brano fu, in seguito, interpretato anche dai Formula Tre.
Il disco, nel complesso, non è mai piatto, anche perché la sonorità passa da una modalità all’altra quasi come se fosse una cosa naturale: dal rock, all’intimismo di una chitarra, alla strumentalizzazione, fino ad arrivare a dei brani completamente all’avanguardia. La voce di Lucio, inconfondibile, ma incredibilmente sottile, questo, però, gioca un punto in favore dell’interpretazione dei brani, i quali, sono assolutamente vivi di ogni impronta sentimentale e autobiografici. Di grande rilievo è la figura dell’uomo, visto nella sua totale innocenza nell’essere la creatura imperfetta che è: una volta si configura come malinconico ( I Giardini Di Marzo ), una volta una figura in grado di sogni inimmaginabili lontano dalla concezione terrena ( Umanamente Uomo: Il Sogno ), per poi sfociare nell’irrequietezza ( Sognando e Risognando ), fino a rivelarsi la creatura elementare che in realtà è ( Il Leone E La Gallina ; Innocenti Evasioni ), ma in grado, anche, di perdonare ( Comunque Bella ) o di elaborare grandi pensieri per colei che riesce a rimetterlo al suo posto che, nella maggior parte dei casi, non è mai la persona che si ha accanto ( E Penso A Te ).
“Umanamente Uomo: Il Sogno” è un album da chiudere nello scompartimento più segreto del nostro cuore e fare in modo che esca fuori quando ne abbiamo bisogno, poiché ogni singola traccia di quel disco è una parte immortale della storia della musica italiana.