Luca Francioso – Towards the other recensione.
Towards the other è un disco per chitarra, interpretato e scritto interamente da Luca Francioso, talentuoso chitarrista calabrese. Ogni brano è suonato assieme ad un chitarrista diverso, in pratica una serie di guest di primissimo livello, vista la bravura di tutti i musicisti.
Sto ascoltando questo disco da moltissimo tempo ormai e ne apprezzo la musicalità e la piacevolezza che mi trasmette ascoltandolo.
Towards the other non è però un disco che mi è piaciuto subito. L’ho trovato scontato, banale, ripetitivo, tanto da decidere di non recensirlo. Le cose sono migliorate, e molto, ascoltandolo successivamente, provando a farlo con la testa dell’ascoltatore e non del recensore.
Dover decidere se una cosa vale la pena di essere ascoltata, oggi i cd non si comprano più infatti, può essere fuorviante e toglierti il piacere di goderti la musica senza dover per forza esprimere un giudizio. Cercare il pelo nell’uovo, continuamente, è fuorviante. E la musica ascoltata in questo modo mi risulta noiosa, piatta.
Francioso scrive per questo album 12 brani per chitarra originali e splendidamente suonati, è un viaggio attraverso la musica in cui si fa accompagnare da altrettanti chitarristi in un continuo fraseggio, mostrando una padronanza tecnica dello strumento che gli consente di tirare fuori suoni che da una chitarra raramente ascolti.
I brani sono infatti molto ricercati nel loro svolgersi, hanno un carattere ben definito e una linea melodica ben decisa, netta, al punto che la sensazione di già ascoltato che può inevitabilmente capitare ascoltando un disco del genere è praticamente assente. Le melodie e gli accordi non sono banali, non ho trovato l’assolo da effetto “wow”, ma un’ insieme riuscito, in perfetto equilibrio in tutte le sue parti.
La ricercatezza e la cura messi nella realizzazione di questo album si riscontra anche nella qualità della registrazione, nel mio caso su Spotify premium, che riesce a far godere appieno delle mille sfumature del suono che le dita di Francioso e dei suoi ospiti riescono a liberare. Questo aspetto, in un file compresso anche se di ottima qualità, mi fa pensare che il disco fisico sia di livello audiophile, in pratica ai limiti della perfezione. un’ottima notizia per coloro che amano ascoltare buona musica nel miglior modo possibile.
Le recensioni classiche analizzano a volte i brani singolarmente, a me non piace questo approccio e in questo caso sarebbe un errore, non voglio che saltiate subito a cercare i brani che vi segnalo, ma scopritelo istante dopo istante, perché il disco va ascoltato tutto, come si faceva una volta, e non a pezzi come la tecnologia ci permette di fare oggi.
Ad obbligarmi a segnalare un paio di tracce non esiterei a menzionare “The changing artist’s shadow” oppure “Broken window theory” che a mio gusto sono i brani migliori assieme a “Delicate dreams”, l’unico brano cantato che chiude l’album in maniera inaspettata.Vi ripeto, comunque, che è solo un voler, forzatamente, cercare di evidenziare qualcosa che è in un contesto di ottima musica.
In definitiva cosa dirvi quindi se non: Ascoltatelo!
Youtube, Spotify, Apple music non importa, ascoltatelo perché se il genere acustico e la chitarra è la vostra passione avrete pane per i vostri denti!