Lorenzo – Capo Horn recensione.
L’ultima fatica di dell’essere Lorenzo/Jovanotti a mio avviso non è un capolavoro. Lorenzo (d’ora in poi lo chiamerò così) in questi ultimi anni ha cambiato pelle in modo radicale. Egli è passato da essere il manifesto di una gioventù completamente idiota a esempio di crescita morale e culturale.
Lorenzo è passato infatti dal dichiarare il disinteresse più assoluto verso la lettura, fino a rendere Siddarta di Hesse il momento in cui ha davvero aperto gli occhi e preso coscienza di sè.
Tutto questo intramezzato da dischi di grande successo che testimoniano questo cambiamento. Il personaggio Jovanotti oggi non esiste più (anche se Lorenzo non ha mai rinnegato tale nome), ha lasciato il posto all’uomo Lorenzo. La differenza tra i due è abissale, il primo sembrava in lobotomizzato, il secondo si ispira a scrittori elitari e racconta i paesi che visita e la loro storia, in modo a volte più profondo di tanti giornalisti impegnati. E lo fa semplicemente descrivendo i propri sentimenti.
Tutto questo rimettersi in discussione mi ha da sempre colpito. La strada scelta da Lorenzo (secondo me non è una scelta ma una semplice crescita della persona) non era priva di rischi: cambiare in modo così radicale per un artista può essere un suicidio. Accade infatti che il pubblico non si riconosce più con l’artista e lo abbandona. Di questo il nostro non è sembrato preoccuparsi più di tanto. Credo che abbia fatto solo quello che pensava fosse giusto.
Da quando è cominciato questo cambiamento e perché? Non ne ho idea, so solo che oggi ci troviamo a cercare significati nelle canzoni di Lorenzo che magari nella maggior parte dei casi non hanno. Stiamo tutti lì a analizzare i testi delle sue canzoni e cercare di capire se l’uomo Jovanotti/Lorenzo si sia schierato politicamente, se si mette a sentenziare sui problemi della nostra tanto bistrattata Italia, senza pensare che forse quello che abbiamo sotto gli occhi non è altro che la naturale maturità di un uomo, manifestatasi naturalmente, cioè in modo graduale.
Oggi Lorenzo se ha qualcosa da dire lo fa a modo suo con la musica. Se recepiamo il suo messaggio bene altrimenti se ne frega.
Capo horn e un disco fatto con le persone che Lorenzo frequenta da sempre, persone che lo conoscono e sanno capire cosa egli voglia da loro (Saturnino Celani su tutti). E’ ricco di sonorità piacevoli, e nella canzone/tormentone delle ultime settimane cioè Per te Lorenzo per la prima volta non usa una base ritmica ma si fa accompagnare da tastiere basso e da un’orchestra. Questa canzone inoltre è la più ispirata dell’album, quella che evidentemente ha scritto di più sotto l’influenza dell’emozione della fresca paternità.
L’intero cd scorre via veloce, non ho trovato nessuna canzone che mi ha colpito in modo particolare. Non ho ritrovato in nessun testo la stessa emozione che mi provocò una canzone che Lorenzo scrisse sull’attentato di Aldo Moro.
Carina è Il resto va da sè la seconda canzone dell’album, in particolare mi piace l’arrangiamento a mio parere molto piacevole.
La vita nell’era spaziale è divertente e cita Finardi e la sua Extraterrestre, lo spirito di tutto l’album lo ritrovo in questa canzone, molto ironica e per nulla impegnata anche se l’argomento lo avesse consentito.
Stella cometa è una canzone d’amore e come per la già citata Per te mi sembra tra le più riuscite, si vede che Lorenzo si sente ispirato quando deve raccontare i propri sentimenti.
Una vera iniezione di energia è Funky beat-o, canzone che sicuramente avrà un buon successo in discoteca sullo stile di L’ombelico del mondo tanto per capirci, divertente invoglia a mettersi a ballare, il testo però non è nulla di particolare. Lo stesso spirito di questa canzone lo ritrovo in Non c’è più libertà, piacevole e nulla più.
Le canzoni che proprio non mi sono piaciute sono: Dal basso, Dolce far niente, Un giorno di sole e Tutto può succedere, le trovo infatti un pò insulse, dall’uomo Lorenzo mi aspetto di più.
In conclusione un cd questo di Lorenzo che pur avendo degli spunti interessanti mi ha deluso. Lorenzo ha dimostrato che può fare di più sia dal lato dei contenuti dei testi, che nel cd ho trovato un po superficiali, sia sotto l’aspetto puramente di intrattenimento. Anche le canzoni dichiaratamente leggere mi sono sembrate al di sotto delle aspettative.
Se fossi un professore e dovessi giudicare questo lavoro di Lorenzo, gli darei un 6 striminzito solo perché sapendo di che cosa è capace mi aspettavo semplicemente di più. Ma come sempre queste sono solo le mie considerazioni, se c’è qualcuno che non fosse in sintonia con le mie conclusioni me lo faccia sapere e ne riparleremo.
A presto!!