Leandro Barsotti canta Serge Gainsbuorg
Leandro Barsotti canta Serge Gainsbourg
“Il jazz nel burrone”
Per la prima volta, mi trovo in difficoltà nel recensire un album e non sapere come iniziare. Non tanto a causa della sindrome di Jack Torrence, ma perché, dopo aver letto e ascoltato “Jazz nel burrone”, sento in me un insolito senso di responsabilità. L’ultima opera di Leandro Barsotti, porta con se ardori musicali, che trapelano dalle narrazioni del giornalista padovano, attraverso le pagine del bellissimo libro, allegato al cd, e presentato in un’elegante confezione prodotta da Iperspazio, distribuita dalla Edel e promossa dall’ormai conosciuta PoP-Press office & promotion.
Dopo una discografia di tutto rispetto, Leandro decide di dare alla luce il suo progetto più impegnativo, quello di far rivivire la mitologia di Serge Gainsbourg, pescando a mani basse dal suo periodo Jazz. Per ovviare alle domande di alcuni, non mi è sgradito perdermi per poche righe nello spiegare chi era Lucien Ginzburg, l’eclettico e polivalente artista parigino, conosciuto dal mondo con il nome di Serge Gainsbourg. Probabilmente, tra i ragazzi un poco più attempati Serge riporta alla mente Brigitte Bardot, la sua musa per eccellenza, oppure i lungometraggi “Equateur” e “Charlotte forever”, ma di certo i più collegheranno il nome a “Je t’aime… moi non plus”, la scandalosa canzone uscita nel 1969, bandita dal Vaticano e vietata ai minori di 21 anni, a causa del suo contenuto altamente erotico. Oggi si sentirebbe parlare di explicit lyrics e il brano si perderebbe nel oceano dei prodotti multimediali, inghiottito nel vortice del nulla. Infatti, se vi capiterà di ascoltare la versione originale del brano vi renderete conto, come essa sia legata al suo tempo, e in maniera naturale, in questi nostri giorni, quella canzone appare come una piccola e semplice gemma, incastonata nel genuino passato degli anni sessanta.
Leandro Barsotti gioca d’azzardo proponendo una rivisitazione di alcuni brani del maestro francese, con l’ausilio di fedeli arrangiamenti curati da Mario Carcassa e Michele Gallo, sapiente produttore di studio. Il cantautore nel realizzare questo nuovo album sembra aver seguito la famosa psicotecnica del metodo Stanislavskij , cercando di impersonificarsi nel suo più amato autore francese. L’overture è segnata da “Le poinconneur des lilas”, che in italiano porta il titolo di “Il bigliettaio del metrò”; storia di ordinaria follia Chapliniana di un addetto alle vidimazioni, che sembra essere incapace di uscire dal consuetudinario ossesso lavorativo. Il ritmo jazzato ci accompagna per tutto l’album, mostrando il suo lato più classico nella bella “Un trombone nel mio cuore”, in cui al trombone, protagonista della lirica, viene dato fiato da Pederzoli, coadiuvato dalla perfezione del contrabbasso di Mario Carcassa. Si viaggia attraverso la titletrack, che tanto sarebbe piaciuta a Fred Buscaglione, fino ad arrivare a “Poesia”, in cui il ritmo maggiormente spensierato, accompagna un canto d’amore di preziosa intensità. Il mondo incantato del chansonnier continua a vivere attraverso suoni che navigano tra il ganster swing e il jazz eclettico, come accade in “Uomo tossico”, che a tratti ricorda le sonorità utilizzate per le opere filmiche tratte dai romanzi di Ian Fleming. L’album si chiude con un coup de théatre. Barsotti infatti sceglie di salutare il proprio pubblico con la versione strumentale di “Je t’aime… moi non plus”, forse per evitare di incorrere in una trasposizione inadatta, oppure per non dover avere l’onere di sostituire, per la parte femminile, l’inarrivabile eroticità della Bardot e della Birkin. Saggia decisione che chiosa un disco “intellettuale”, che merita l’acquisto anche per il straordinario mini-romanzo in cui Barsotti racconta il suo iter giovanile, attraverso i sentieri che lo hanno portato ad essere un attento musicista ed un bravissimo scrittore.
Tracklist:
1. Il bigliettaio del metro
2. Un trombone nel mio cuore
3. Il jazz nel burrone
4. Poesia
5. La fine di un fighetto
6. MA questo non lo sai
7. Così stronzo
8. Uomo tossico
9. Nessuno
10. Che mortale noia
11. Je t’aime… moi non plus