Julie Zenatti – Plus de diva, recensione
Julie Zenatti è un’artista di lunga esperienza.
Plus de diva, del 2010, è il suo quinto ed ultimo album, al quale è arrivata dopo dieci anni di attività ininterrotta.
Dunque, si tratta di un lavoro maturo, confezionato con cura, nel quale oltre a mettere in mostra le proprie notevoli qualità vocali, Julie Zenatti dimostra una rimarchevole capacità di mescolare chanson française, musica sacra, lirica e classica, in un mix pop-cantautorale che in moti pezzi si dimostra raffinatissimo e godibilissimo.
La flag track dell’album, Appelez Moi Maria, è veramente rimarchevole e merita di essere ascoltata con attenzione, ma è in generale l’equilibrio complessivo della maggior parte delle canzoni ad impressionare.
Insomma, un album perfetto?
No, purtroppo.
Non è perfetto perché, accanto ad alcuni picchi artistici, vi sono poi diversi brani decisamente sotto tono che paiono riproporre sonorità poppeggianti da Pet Shop Boys in salsa francese e dei quali, musicalmente parlando, il mondo avrebbe potuto tranquillamente fare a meno.
Pezzi non brutti, ma nemmeno significativi, che non sfuggono a quel modo un po’ manierista di fare pop tanto caro a molti autori contemporanei francesi.
Certo, su quattordici tracce non ci si sarebbe potuto aspettare altrettanti capolavori, ma francamente non ci si spiega perché l’album non si sarebbe potuto fermare a dieci o undici pezzi, guadagnando in coerenza e in equilibrio.
Alla fine, la spiacevole impressione che rimane è che, accanto ad una maggioranza di pezzi musicalmente ricercati, esigenze commerciali abbiano portato ad inserire dei brani più facili e radiofonici, snaturando alla fine il senso e la coerenza di un lavoro altrimenti raffinato ed elegante.
Il consiglio?
Se amate la musica francese e/o se amate le belle voci femminili, compratelo, senza indugi, ma poi ascoltatelo creandovi una playlist in versione “ridotta”, eliminando quelle due/tre tracce che ne alterano l’equilibrio complessivo.
Giulio Focardi