Immelmann “The turn”, recensione
La luce arriva dall’alto per innestarsi tra i neuroni onirici di un uomo dormiente. Linee istintive che, tra chiari e scuri, definiscono il dipinto di Alessio Guarda, come una delle migliori cover art di questo 2018. Osservando però un’opera pittorica così impattante e visionaria, le mie attese avrebbero potuto essere eccessive. Infatti, ho previsto qualche giorno in più prima di inoltrarmi tra le note degli Immelmann, proprio perché temevo… ed invece eccomi qui a scriverne durante l’ennesimo ascolto di un brano immacolato: Dive. L’overture di questa nuova produzione ODR riesce, infatti, ad incanalare l’energia narrativa verso un mondo evocativo ed ipnotico, in cui sembrano volersi radunare imprinting differenti, tutti coordinati da un mood in grado di condurre a noi calma osservativa e nevrotica aggressività.
Un insieme di sensazioni ideali per giocare con il noise e le armonie che, pur legate in qualche modo al rock alternativo, mostrano un originale finestra espressiva, definita dalla sei corde di Guaranteed, ottimale nel porsi come trait d’union per un accurato ed esplicitato viaggio interiore.
Il sentiero, segnato da alterazioni e cambi direttivi, si mostra in grado di offrire facili approcci (Greedia) e trainanti riffing ( A song of Misery), meticolosamente disegnati da un approccio espressivo perfetto (o quasi) nel non dimenticare sensazioni anni ’90, attraverso giochi intercalati tra grunge e heavy sound.
A chiudere questo convincente debut è infine be, traccia in cui oscurità ed inquietudine sembrano voler avvolgere l’ascoltatore in una morsa legata ad un piacevole punto di incontro, in cui i ricordi di Weiland si incontrano con le abilità canore di Patton ed una celata stoner attitude.
Insomma un vortice interessante in cui cadere.