Il silenzio del mare “Il primo giorno”, recensione
Era il 1974 quando al cinema arrivò l’esordio registico di Melville, ispirato direttamente dall’omonimo romanzo di Jean Marcel Adolphe Bruller. Un film elitario che, come nei migliori testi filmici del circuito intellettuale, giocava sulle immagini e su di uno stranito rapporto comunicativo tra dialogo e silenzi. Proprio quei mutismi rappresentarono per Vercors una metodologia particolare per riuscire a comunicare sensazioni e sentimenti, proprio come accade nel lavoro cantautoriale dei Il silenzio del mare, progetto solista di Giovanni Del Giudice, chitarrista, voce ed autore dei brani.
Il progetto DYS parte da quella Firenze in cui il mare di certo non arriva se non attraverso le sensazioni di racconti e ricordi indelebili, protagonisti della melanconia minimale che emerge dalla tracklist, poeticamente animata in sinergia con Riccardo Cardazzo (batteria), Alessandro Geri (contrabbasso) e Daniele Galanti (piano). Il disco, pur affrontando con serenità la propria strada, risulta un insieme ondulante di note che a tratti si appoggia ad un insipido sapore songwriter, spesso poco coraggioso per poter davvero emergere dall’underground. Infatti le 10 tracce del disco riescono a mescolare buoni episodi ad altri meno a fuoco, non riuscendo così a convincere pienamente i valori soggettivi di chi si ritroverà ad amare questo disco in maniera incondizionata.
A dare il via alle note è l’aria pacifica della titletrack, in cui la sei corde definisce una linea retta sulla quale giocano strutture jazzate, basse note e intarsi ben assestati, ma a tratti pretenziosi negli intenti. Di miglior fattura appaiono invece la seguente Canzone delle stelle , cadenzata alla perfezione, ma perfettibile nella sua composizione, e la bossanova di La terra vista dalle nuvole . Nonostante le incertezze, ottimi appaiono gli arrangiamenti, proprio come dimostra Sognando , in cui il contrabbasso ci fa percepire la necessità di ascoltare questo disco ad occhi chiusi per poter realmente captare le sfumature cromatiche che si nascondono dietro alle partiture.
Se poi con il Nuovo realismo briciole jazz si fondono ad un enclave anglosassone, con Estate si incontra un a schiarita emozionale, deliziosa e gentile al servizio di un sassofono forse troppo presente in questa forma narrativa che si fa poesia scendendo verso il mare di Le strade nuove .
Gli istanti fuggo veloci come le note di Aria di crisi , composizione in cui un viaggio a ritroso di un tempo perduto ci regala il ciclotimico andamento di una visione surreale, specchio di un mondo che nella sua quotidianità ha perduto quella naturalezza immortalata dalla cover art.
Tracklist
1. Il primo giorno
2. Canzone delle stelle
3. Il silenzio del mare
4. La terra vista dalle nuvole
5. Nuovo realismo
6. Sognando
7. Le strade nuove
8. Estate
9. Il mondo sembra vero
10. Aria di crisi