I Rudi “Fuori tempo massimo”, recensione
Dove eravamo rimasti? Beh, si era rimasti tra l’abbraccio cartonato del packaging di Ammonia Records, tra le matite di Marco Petella e il sound d’oltremanica di tre mods che, tra citazioni e strutture torinesi, ci ricordano l’eleganza del mondo modernista.
Signori ecco a voi il ritorno dei rudi fratelli Bernardi, sempre pronti a raccontare storie legate ad un atteso realismo senza tempo.
Vestiti di Fred Perry e basette imponenti, il trio gioca con ironia , sampler, ridondanze e armonie di stile, nel tentativo (riuscito) di dare continuità al percorso artistico intrapreso con il disco precedente.
Il nuovo viaggio de I Rudi parte armato di idee vintage, spinte sino ai primi anni settanta, quando i monicker delle band portavano in dote l’articolo determinativo: I Corvi, I Beans, I Panda, Gli Albatros… Proprio questa reminescenza anglosassone sembra emergere anche tra le note, come dimostrano le prime battute di C-60, perfetta overture in grado di raccontarci l’anima creativa del trio, posto tra tastiere e stilismi Snaporaz.
Ma andiamo in ordine…dobbiamo stare Calmi, perché la band riesce a coinvolgere con un ritmo da ascoltare in sella ad una accessoriata Lambretta. Un sound danzante ed elegante che mostra accorti cambi direzionali, pur palesando un unico obiettivo stilistico (Il vero me). Il mood mods prosegue, infatti, tra i giocosi sampler e l’attesa anima seventies di Tutto iniziò all’interno della quale, ancora una volta, le note di Gabriele Bernardi giocano osservando orizzonti jazz e toniche blues, qui pronte ad invitarci verso delicatezze sonore di stampo vintage, in cui vivono e sopravvivo sonorità libere e progressive. A dare poi continuità al nuovo album sono gli sguardi filtrati di Ego Trip, produzione minimale che mostra le luci e le ombre di uno spirito analogico e privo di fronzoli.
A chiudere il disco sono infine le note impeccabili di Disperata, reale e rude anthem posta al servizio di un disco che modula idee e strutture, rimanendo fedele al proprio intento, proprio come dimostra l’atteso finale ( Fuori tempo massimo), atto sonoro che ancora una volta ci invita ad indossare il parka, e raggiungere piazza Statuto, cavalcando un’accessoriata vespa.
Insomma un disco che possiede idee chiare, in grado di vivere attorno a organo, ricordi e modernismo.
Tracklist
1. C-60
2. Calmi
3. Qualcosa al volo
4. Il vero me
5. Mediocrità
6. Non riderai
7. Tutto iniziò
8. Ego Trip
9. Disperata─
10. Fuori tempo massimo