Howard Shore “La Compagnia dell’Anello”, recensione
IL SIGNORE DEGLI ANELLI
La Compagnia dell’Anello
il film di Peter Jackson con
l’esecuzione dal vivo della colonna sonora
di Howard Shore
(proiezione in lingua originale
con sottotitoli in italiano)
Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro concertatore e Direttore d’Orchestra: Shih-Hung Young
Soprano: Clara Sanabras
In chiusura di questa bellissima stagione musicale, l’orchestra e il coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si sono esibiti in un concerto un po’ atipico: eseguire dal vivo la colonna sonora del film La Compagnia dell’Anello mentre la pellicola veniva proiettata con il solo parlato in lingua originale con sottotitoli.
In casi come questo, all’impegno non certo lieve di suonare e cantare una partitura comunque molto complessa, si aggiunge la notevole difficoltà della sincronizzazione con le immagini e i dialoghi del film. Inutile dire che il risultato è stato entusiasmante! L’esecuzione è stata impeccabile, la sincronizzazione perfetta.
La colonna sonora della trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli ha un tono epico, perfettamente in linea con il carattere dei libri di Tolkien. È stata considerata da molti critici come la migliore colonna sonora nella storia del cinema, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti tra cui due Oscar e un Grammy.
La musica della trilogia, infatti, differisce dalla stragrande maggioranza delle colonne sonore contemporanee caratterizzandosi per il suo respiro sinfonico. Il compositore canadese Howard Shore, lungi dallo scrivere un “semplice” accompagnamento musicale per ognuno dei tre film, ha creato un grande affresco sinfonico e vocale, musicalmente unitario, che rappresenta al meglio il mondo di Tolkien e che fornisce una perfetta ambientazione emozionale per la trilogia.
Ciò che rende questa partitura così diversa rispetto a molte altre colonne sonore è il magistrale utilizzo di metodi compositivi tipici di alcuni grandi del passato, soprattutto Wagner. Dal genio di Lipsia, Shore ha attinto la tecnica dei leitmotiv (temi musicali associati a personaggi o situazioni); se ne contano oltre 50 in tutta la trilogia.
Questo aspetto già di per sé basterebbe a dimostrare la notevole preparazione e la grande abilità musicale di Shore. Egli tuttavia ha fatto di più: ha adottato anche la tecnica dell’elaborazione tematica (creata a partire dalla metà del Settecento) per sottolineare i cambiamenti che avvengono in determinati personaggi o situazioni. Tale elaborazione si esplicita dal punto di vista melodico, ritmico e strumentale. Infatti in musica cambiare la strumentazione di una stessa melodia ne modifica profondamente il carattere.
Non è certo da tutti essere in grado di utilizzare queste tecniche in modo così efficace. Basti pensare che uno dei massimi esponenti nell’utilizzo dell’elaborazione tematica è stato Beethoven.
Per fare un esempio prendiamo il tema più famoso del film, quello della Compagnia. Questo tema segue le vicissitudini della Compagnia dell’Anello che si forma progressivamente, viaggia brevemente unita, successivamente perde due dei suoi membri per poi essere definitivamente sciolta alla fine del primo film. Il relativo leitmotiv subisce lo stesso procedimento: viene costruito progressivamente fino alla sua esposizione in forma completa dopo il Concilio di Elrond, momento in cui la Compagnia dell’Anello viene ufficialmente formata. Il tema in questione nasce quando Frodo e Sam escono dalla Contea, formando inconsapevolmente il primo nucleo della Compagnia. In quel momento i corni suonano il tema della Contea, ma non lo completano. Lo trasformano invece nel leitmotiv della Compagnia. La prima elaborazione è questa: dalla testa del tema della Contea deriva un frammento del tema della Compagnia, che però rimane temporaneamente incompleto. Sarà esposto integralmente solo quando tutti i nove membri saranno insieme, a Granburrone. Dopo la caduta di Gandalf a Moria il leitmotiv verrà elaborato ancora, tornando in forma frammentaria fino allo scioglimento della Compagnia stessa. In quel momento i corni suonano solo l’incipit del tema per poi tacere, a significare la fine della Compagnia.
Questo è solo un piccolo esempio che si potrebbe allargare a moltissimi altri temi presenti in questa straordinaria composizione, come il doppio leitmotiv di Gollum che evoca la sua doppia personalità e i suoi legami con il mondo Hobbit dal quale proviene; oppure la parentela melodica del tema dell’Unico Anello con quello di Mordor…
Con queste tecniche Shore ha teso sottili “fili sonori” per sottolineare i legami concettuali fra personaggi e situazioni diverse.
Un tale livello di complessità del linguaggio musicale rende la colonna sonora davvero unica e fornisce un’idea dell’abilità e della preparazione dell’autore.
Elemento centrale della partitura è la presenza dei due cori (uno è di voci bianche). Le parti vocali sono in effetti molto importanti ed il lavoro interpretativo richiesto alle due compagini corali è davvero impegnativo perché spazia dalla musica dolce e leggermente malinconica associata al mondo degli Elfi a quella veemente e aggressiva che caratterizza i Nazgul e i momenti di battaglia. Anche in questo aspetto Shore ha mostrato grandi capacità musicali, creando una tavolozza di combinazioni di voci e suoni così variegata che raramente si riscontra nelle colonne sonore cinematografiche.
Per rendere il tutto ancora più evocativo, le parti vocali sono quasi tutte cantate nelle lingue create da Tolkien per la sua saga epica. Alcuni esempi sono l’Adunaico per i Nazgul, il Quenya per gli Elfi ed il complicatissimo Khuzdul per i Nani, lingua estremamente difficile da cantare perché ricchissima di consonanti.
L’organico strumentale previsto dal compositore è quello della grande orchestra tardo-romantica, con un ulteriore aumento del numero di legni e ottoni (ben 5 corni e 4 trombe). A questi si aggiungono diversi strumenti etnici (come l’arpa celtica, il gong tibetano, lo zufolo ecc.) il cui scopo è di creare particolari colori sonori per rendere ancor più efficace la musica.
Il risultato di un tale organico è un suono molto corposo, a volte più sbilanciato a favore dei fiati, che in certi momenti ricorda Stravinskij.
Come accennato prima, tutti gli artisti coinvolti in questo progetto musicale hanno dato il meglio, rendendo l’esperienza davvero indimenticabile. L’interpretazione della musica da parte di strumentisti e cantanti è stata di livello altissimo: dal più lieve sussurro al fortissimo più intenso, ogni nota aveva un senso, ogni pausa era significativa.
Il maestro Shih-Hung Young è un esperto nella direzione di colonne sonore dal vivo durante la proiezioni dei film, ne ha già diverse al suo attivo. Qui ha mostrato tutta la sua esperienza in questo tipo di concerti conducendo questi grandi musicisti in modo perfetto, restando sempre esattamente sincronizzato con le immagini e coagulando le grandissime capacità interpretative di ognuno.
Particolarmente riuscita la prestazione della voce solista del coro di Voci Bianche, un giovane cantante davvero molto promettente.
L’esecuzione dal vivo di questa grandiosa colonna sonora ne ha amplificato la bellezza, la maestosità e la capacità di evocare quelle sensazioni che il film si propone di suscitare. La performance è stata così coinvolgente da farmi desiderare che silenziassero i dialoghi per poter far parlare solo la musica.
La saga di Tolkien è intrisa di varie forme di magia, ma qui sono stati il direttore, l’orchestra, i due cori ed i solisti a creare l’incantesimo più potente di tutti: la Musica.