Haydn – La Creazione (Die Schöpfung), recensione.
Oratorio in tre parti
Libretto di Sir Thomas Linley
Traduzione in tedesco di Gerhard van Swieten
Musica di Franz Joseph Haydn
Prima rappresentazione:
Vienna, Nationaltehater, 19 marzo 1799
Soprano: Sally Matthews (Arcangelo Gabriele / Eva)
Tenore: Ian Bostridge (Arcangelo Uriel)
Baritono: Dietrich Henschel (Arcangelo Raffaele / Adamo)
London Symphony Chorus diretto da Joseph Cullen
London Symphony Orchestra
Direttore: Sir Colin Davis
Etichetta discografica: LSO Live
Registrazione dal vivo effettuata il 6 e 7 ottobre 2007 presso la Barbican Hall di Londra
Nel 1791, durante un soggiorno a Londra, Haydn assistette ad una commemorazione in onore di Handel, scomparso nel 1759. In quell’occasione il compositore austriaco ascoltò alcuni oratori del grande musicista barocco, rimanendo profondamente colpito dalla grande teatralità e dall’ampio respiro sinfonico di queste opere, la cui concezione si avvicinava alle forme melodrammatiche in uso nell’Europa continentale.
Vista la reazione entusiasta di Haydn, l’impresario Johann Peter Solomon gli propose di mettere in musica un libretto, intitolato La Creazione, scritto anni prima dal poeta Sir Thomas Linley proprio per Handel. Il grande musicista austriaco non accettò la commissione, tuttavia portò il libretto a Vienna e lo fece tradurre in tedesco dal barone Gerhard van Swieten.
Haydn iniziò a lavorare alla partitura solo nel 1796 e impiegò circa due anni per completare l’opera. Nel 1798 fu organizzata un’esecuzione in forma privata a Palazzo Schwarzenberg, per un pubblico di soli aristocratici. La prima rappresentazione al pubblico ebbe luogo nel 1799 presso il Nationaltheater e riscosse un successo travolgente.
L’oratorio è diviso in tre parti: le prime due seguono fedelmente il racconto biblico dei primi sei giorni della creazione e sono narrate dai tre arcangeli (Gabriel, Uriel e Raphael); la terza parte è ambientata nel paradiso terrestre e vede come protagonisti Adamo ed Eva.
La lettura di Sir Colin Davis è estremamente coinvolgente. La direzione è tesissima, molto teatrale e totalmente votata alla narrazione. La grande sensibilità artistica, nonché la lunga frequentazione di Haydn da parte del direttore inglese, hanno portato ad una concertazione di altissimo livello, con un perfetto equilibrio fra le sezioni degli archi e dei fiati che rappresenta il vero cardine del classicismo viennese. Il suono della London Symphony Orchestra è chiaro e trasparente, estremamente dettagliato e ricchissimo di sfumature. Nonostante il notevole numero di strumenti, Davis è riuscito a evitare un suono troppo spesso, tipico delle orchestre del tardo ottocento, che non è assolutamente adatto a partiture di epoca classica.
I cantori del London Symphony Chorus affrontano senza apparente difficoltà ogni aspetto della partitura, comprese le grandi escursioni dinamiche, i difficili pianissimo e le insidiosissime doppie fughe, dando così un impulso sopraffino alla drammaturgia e rendendo la musica ancora più espressiva.
I tre cantanti riescono a imprimere un notevole respiro drammatico a tutti i brani solistici. In particolare è opportuno sottolineare l’ottima resa dei recitativi, che in un oratorio costituiscono il nucleo portante della narrazione.
Il soprano Sally Matthews canta molto bene, con buone capacità di fraseggio e di ornamentazione. Nonostante l’emissione della voce non sia sempre perfettamente controllata, riesce a mantenere un buon livello di espressività, soprattutto nel registro acuto.
Ian Bostridge sfoggia un bella voce, morbida e ben sostenuta nei centri, ma occasionalmente tendente allo sforzato negli acuti. Nel registro superiore mostra anche un certo eccesso di vibrato, cosa che rende alcuni suoni un po’ confusi. Ciononostante il suo canto risulta complessivamente ben calibrato ed espressivo.
Il baritono Dietrich Henschel è il solista che ha avuto la resa migliore. A parte qualche piccola difficoltà nell’emissione delle (poche) note gravi e nelle rare agilità, il suo canto è risultato molto morbido, ben fraseggiato e dotato di grande teatralità.
Ritengo che questa incisione riesca perfettamente a trasmettere al pubblico gli intenti dell’autore. Haydn era un figlio dell’illuminismo e tutta la sua produzione artistica ne riflette gli ideali. Ne La Creazione proviamo l’angoscia del caos primordiale, ci perdiamo nella sua oscura confusione; ma inevitabilmente questa si trasforma in meraviglia e gioia per la luce che risplende all’improvviso, per il mondo appena creato, per l’ordine che scaturisce da tutto quel caos.
La confezione contiene due dischi Super Audio CD ibridi, contenenti una traccia in formato CD 16/44 stereo, e una doppia traccia DSD sia stereo che multicanale.
La qualità tecnica dell’incisione è straordinaria, come tutte le registrazioni della LSO Live che ho avuto modo di ascoltare. Dinamica molto estesa, dettaglio ad altissimo livello e timbrica estremamente realistica si accompagnano a grande senso di spazialità e ad un accurato posizionamento tridimensionale di voci e strumenti.
Allegato al doppio disco troviamo un opuscolo contenente alcune note sull’opera, qualche notizia sulla biografia del compositore e degli artisti (in inglese, francese e tedesco) e il libretto in inglese e tedesco.
In conclusione ritengo che questa edizione de La Creazione rappresenti un ascolto irrinunciabile per chiunque ami Haydn in generale, il genere dell’oratorio in particolare, o magari voglia iniziare a conoscere questo meraviglioso genere musicale.