Guitar Ray and the Gamblers “Photograph”, recensione
Ray Guitar (aka Ray Scona) è tutto in quell’ immagine scelta come copertina. Non vi servirà leggere nulla di questo abile musicista, perché vi sarà sufficiente soffermarvi ad osservare la cover art, di certo molto più eloquente di una qualsiasi biografia.
Un rocker in pelle nera, che, sin dalla postura, sembra trapelare un amore viscerale per il rock, proprio come dimostra l’espressione facciale congelata dallo scatto. Da questa splendida istantanea potrete carpire il cuore e l’energia che trapelano dalle dieci tracce di Photograph, disco privo di fronzoli inservibili, e ricco di virtuosismi estetici, riequilibrati dalla semplicità cromatica di alcuni passaggi blues .
La fotografia di Beate Grams riesce, infatti, ( e ve ne renderete conto durante l’ascolto) a immobilizzare la fermezza tecnica, ottenendo al contempo la definizione di movimento ed energia, specchio lucido di un disco dal sangue blues, che sembra scorrere tra le acque dell’Entella.
Ad aprire i cuori del rock blues è la coinvolgente Give it up, in cui la calda vocalità di Ray trova un perfetto apporto sonoro nelle note dei The Gamblers, pronti a convogliare verso il delizioso Ray Charles slyle di I’m goin’, i’m goin’, traccia ipnotica ed avvolgente che vede il featuring di Fabio Treves. Il disco racconta i diversificati passaggi attraverso le toniche ed i colori di una sei corde pulita, che trova nell’hammond di Michele Bonivento (She’s might fine) l’habitat naturale, i cui tempi appaiono dilatati da intensi viaggi temporali ( Mary lou), pronti a cedersi a manieristici chorus ed intuizioni claptoniane, proprio come dimostrano l’aurea soffusa di He think of you ed il calore emozionale di I heard that train go by
A completare il disco sono la curiosa versione linguistica di Bella bambina, da cui emerge la vocalità di Paul Reddick, e You’re the one, ammaliante performance impreziosita dalla compostezza esecutiva dei Gnu Quartet, che, con la loro armonia, completano un sentiero ricco di venature armoniche.