Gonzales – Solo piano, recensione dell’album.
Gonzales, per gli amici Gonzo (come la rana dei Muppet) e all’anagrafe Jason Charles Beck.
Definire Gonzales credo risulterebbe difficile anche ai suoi genitori.
Nasce musicista nel senso più ampio che io abbia mai visto abbracciare ad una sola persona in quel del Canada. E’ MC, Dj, rapper, scrittore, produttore, maestro e pianista. Insomma più che creativo, una persona con qualche disturbo della personalità. Sembrerebbe che la sua vena pianistica sia l’ultima delle sue passioni, e lui la vive sicuramente come un rilassante passatempo. Se non fosse che questo rilassante passatempo, trasmetta a noi comuni mortali tanti ricordi, emozioni e “stoccate” da far perdere il tempo e luogo in cui siamo. Così come nella sua vita artistica potrete trovare di tutto, purtroppo la stessa cosa succede per le sue produzioni. Non me ne avrà a male se dico che molte cose da lui firmate siano inascoltabili o sinceramente al limite dell’incomprensibilità. Ma allora perché ne stiamo parlando? Perché per caso mi giunse tra le mani circa 6 mesi fa il suo cd “Piano Solo” e me ne innamorai immantinetemente! Ammetto che forse io sia in un periodo di ricerca di pianisti classico-contemporanei, ma Gonzo è davvero interessante.
Le sue melodie sono semplici e intense. Il cd sembra un pout pourry di generi, autori, ritmi e quant’ altro. La sensazione che si ha, è che da qualche parte, quella melodia l’abbiamo già sentita; una volta la andremo a cercare tra i notturni di Chopin, altre volte in qualche punto di Gerswing o di Satie e così via, spaziando dai Police alle Spice Girl passando per Mozart, Miles Davis e forse anche Gigi D’alessio o David Bowie (suo scopritore). La cosa interessante è che alla fine non le ritroverete da nessuna parte se non nel suo cd. Aggiungeteci una sua vena ironico-pazzoide che a volte appare anche nella composizione più impostata e classica e avrete l’idea (spero) di questo Cd. Melodie eleganti ma di una semplicità che rimane cristallizzata nella mente un po’ come i classici dovrebbero fare.
Una cosa che stavo per dimenticare e che da audiofilo non mi ha fatto molto contento, ma che accetto come scelta artistica.
L’album sembra registrato a casa sua.
In uno stereo decoroso, sentirete il parquet che scricchiola, le sue pantofole, i tasti del piano che sbatacchiano, così come un’accordatura non sempre eccelsa. Ma come, direte, si sente pure male? Che ci volete fare con i Geni!
L’importante è capire che non è registrato male, ma volutamente registrato in questo modo; come volutamente Gonzo usa un vecchio (e secondo me anche un po’ scordato) piano verticale. Fa parte del suo “personaggio” e della sua concezione della musica, improvvisare con eleganza, ma lontano dalla perfezione o precisione assoluta.
Inserisco per esaustività la scaletta del Cd.
1. Gogol
2. Manifesto
3. Overnight
4. Bermuda triangle
5. DOT
6. Armellodie
7. Carnivalse
8. Meischeid
9. Paristocrats
10. Gentle Threat
11. The Tourist
12. Salon Salloon
13. Oregano
14. Basmati
15. CM Blues
16. One Note At A Time
Cos’altro dire, che il paio con questo stupendo cd lo fa il DVD “Gonzales: From Major to Minor” dove oltre a vere e proprie chicche visive come la telecamera sulla tastiera del piano, o vari esempi della sua comicità (fantastico quando cerca di insegnare ai Daft Punk a tenere un ritmo!) potrete gustarvi brani in “guanti bianchi” di Gonzo, come di Feist o Mocky, pseudo auto-interviste con tanto di papere, stralci di spettacoli dove tra le altre cose, insegna a suonare ad inermi spettatori o scontri all’ultimo tasto con Jean-François Zygel
Cos’altro dire? beh per esperienza personale vi consiglio di stare lontano da:
“Gonzales Über Alles”
e da
“Z – Kitty-Yo”
gli altri, a vostro rischio e pericolo!
Acquisto consigliato? Si, e fischiettando al miracolo. (anche per l’unicum nella sua attuale produzione).