GLIMA, ghiaccio bollente – Una performance ispirata all’Islanda per Masbedo feat. Maroccolo e Lagash
Un’antica lotta medievale vichinga basata sul confronto psichico tra i contendenti e sulla necessità di non perdere l’equilibrio, ispira lo spettacolo ideato dal duo videoartistico Masbedo (Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni) e portato in scena con le musiche dal vivo di due bassisti fondamentali della storia dell’indie rock italiano, Gianni Maroccolo e Luca Lagash Saporiti (Marlene Kuntz), e i movimenti di teatrodanza degli attori e danzatori Erna Omarsdottir e Damir Todorovic.
Glima è il nome di questa lotta che come molte discipline simili ha in sé anche l’armonia del movimento in una sfumatura di danza, colta dai Masbedo come spunto scenico per la loro prima volta alla regia di uno spettacolo teatrale. Il risultato è decisamente positivo, con una performance coinvolgente, variata e significativa che sfrutta appieno e in modo equamente distribuito la parte video, la performance di movimento e la musica elettroacustica creata in parte su improvvisazione da Maroccolo e Lagash. Poche prove, infatti, ci spiega l’ex bassista dei Litfiba dopo lo spettacolo: una settimana per la prima, andata in scena la scorsa estate a Fiesole, e solo qualche ora di lavoro prima dello show qui a Roma per ritrovare la sintonia, ma è stato tutto facile, e bellissimo. “Per me e Lagash seguire Erna e Damir, sottolineare i loro movimenti e espanderli con la musica, è stato del tutto naturale e magico stasera, come fossimo un’unica cosa. Speriamo che sia così anche domani sera, ma di sicuro ogni spettacolo sarà sempre diverso dall’altro, seguendo l’ispirazione e l’energia del momento, sia la nostra che quella del pubblico”. E si è trattato certamente di ispirazione per i due musicisti che, oltre ad alcuni momenti in cui hanno suonato il basso, hanno prodotto suoni elettronici molto in vibrazione meditativa ma con piacevoli sporcature glitch, dando il ritmo e i cambi di movimento agli attori. Molto bello trovare questo entusiasmo in uno dei più influenti musicisti del rock italiano, che sa esprimere come ha dimostrato anche qui un volto sempre nuovo sia come produttore (basta ricordare le ultime cose: i Marlene Kuntz, e le prime: Andrea Chimenti, premio di 30 anni alla carriera dal MEI di Faenza il prossimo venerdì 26 novembre) che come musicista, andando sempre oltre se stesso.
Sulla scena i due danzatori legati uno all’altro da un costume di pelle indossato da Erna Omarsdottir che termina attraverso le sue mani in una serie di lacci di ispirazione fetish che convergono su una maschera che Damir Todorovic porta chiusa sulla testa. La danza sembra un tentativo di sopraffare per non essere sopraffatti, un gioco tra vittima e carnefice che tenta di riassumere il relazionarsi tra uomo e donna, dove la donna pare inizialmente essere quella più “potente” che soggioga l’uomo – quindi in realtà la più debole – con un finale in cui la tenerezza controversa espressa dai due pare l’unica soluzione al conflitto, con movimenti esaltati dal bianco della camicia di lui che appare e scompare dalla giacca del suo completo scuro mentre lei morde i lacci, a creare un forte dinamismo della sensualità.
Le immagini di Masbedo, in parte anche dei brevi testi di Houellebecq che gelano l’emotività del sentimento, potenziano il messaggio e aumentano la tensione, anche se forse il tentativo di coinvolgimento del pubblico sulla scena attraverso l’inquadratura durante la performance non è molto riuscito perché interrompe la drammaticità del momento. In ogni caso, ottima prova per i talentuosissimi Masbedo.
Di Monica Mazzitelli