Giovanni Allevi – Evolution.
Rieccoci qui ad ascoltare un nuovo disco del pianista ascolano Giovani Allevi. La particolarità, questa volta, è che non si tratta del “solito” cd di allevi, suonato solo con il piano, ma bensì di un album scritto e pensato per essere interpretato con una vera e propria orchestra classica.
L’idea di comporre delle composizioni per orchestra, ad onor del vero, Allevi l’aveva palesata da parecchio tempo e si era ripromesso, ad un certo punto, di mettere mano a spartito e penna e comporre dei brani non più solo per il pianoforte.
Evolution è il titolo di questo cd, e di evoluzione si tratta a tutti gli effetti visto che tutto l’album, a parte un paio di brani, sono inediti e scritti principalmente per un’orchestra.
Tra i brani che sono stari rivisti e corretti troviamo la arcinota Come sei veramente che si veste di un nuovo e più raffinato fascino grazie al suono dell’orchestra.
Il cd sia apre con Foglie di Beslan un brano commovente che cerca di omaggiare, se possibile, le vittime del terribile attentato terroristico avvenuto in Russia. Il pezzo è molto intenso e comunica sia tristezza che rabbia per i fatti accaduti. Con questo brano Allevi è riuscito a creare un pathos che mi ha davvero colpito per sonorità e inventiva.
Nell’ascoltare questo Evolution mi scopro ad associare alcune sonorità della musica di Allevi con quella di Gershwin in alcuni passaggi. E’ musica frizzante, ispirata, forse a tratti sembra banale, ma non lo è assolutamente. Semplicemente è un’idea che Allevi ha avuto e che ha sviluppato, nella maggioranza dei casi con ottimi risultati.
Vi invito a vedere questo video pubblicato su Youtube per farvi un’idea della musica che propone questo album. Qui si ascolta infatti Whisper la seconda traccia dell’album.
Evolution, evoluzione. E’ il titolo più calzante che si potesse trovare per un disco, visto che la voglia di esplorare nuove strade è stata, da sempre, la molla che ha fatto scattare in Giovanni la voglia di proporre una musica assolutamente non commerciale, difficilmente classificabile, in un momento di evidente crisi dell’industria discografica che, oggi più che mai, punta sul prodotto sicuro, che fa vendere e tanto anche.
Ascoltare questo cd mi ha messo nella sgradevole condizione di far confronti. Con chi? Non con i compositori contemporanei perché non ne conosco, ma con coloro che nei secoli passati hanno fatto la storia della musica. Dicevo fare paragoni. Ebbene se a volte aiuta a valutare un lavoro stavolta mette in seria difficoltà, perché è tale e vasta la differenza tra questi brani e quelli di compositori del passato da lasciare l’amaro in bocca.
Se infatti cerco di ritrovare la ricchezza del suono di Beethoven, Mozart o la drammaticità dell’adagio per archi di Samuel Barber, per tornare ai nostri tempi, rimango deluso. Mi rendo conto di aver messo a confronto generi che seppur simili sono figli di epoche diverse, ma le emozioni, quelle sono sempre le stesse e in questo caso non mi hanno convinto fino in fondo.
Pur se rimanendo piacevolmente colpito dalla freschezza della musica contenuta in Evolution, non sempre trovo quel qualcosa in più che mi fa battere forte il cuore e mi ritrovo ad essere freddo, distaccato nell’ascolto.
Spero che se mai Giovanni Allevi leggerà questo mio articolo non me ne voglia per queste parole ma per onestà intellettuale devo per forza scriverle. Questo è un disco di qualità, fresco, originale, ma sicuramente non memorabile. Io lo vedo come il primo tentativo, in questo caso si più che riuscito, di Allevi di crescere, di non trincerarsi dietro il suo pianoforte, di non rimanere se stesso ma appunto di evolversi.
Verso cosa? Non lo so. Sinceramente saranno il tempo e la bravura di Giovanni a dircelo.
Ma alla fine come valuto questo Evolution?
In modo positivo sicuramente, consapevole che sia quasi un concept album, un punto in cui si focalizzerà la futura vena artistica di Allevi, e la cui futura maturità artistica contribuirà a fare della musica di questo ragazzo una cosa che si potrà dire che sia solo sua, imparagonabile ad altre composizioni.
Un album sicuramente da ascoltare con attenzione, senza preconcetti e senza cercare il capolavoro, valutato in quest’ottica è ottimo.