Ginez e il bulbo della ventola: ascoltando “L’ultima cena”
Dalla Liguria, torniamo a dare voce ai Ginez e il bulbo della ventola con questo loro secondo album intitolato “L’ultima cena” uscito dopo il fortunato esordio di “Canzoni bottiglie e altre battaglie”. Un album di spiccata vena cantautorale, forte nel gusto e nell’impatto emotivo, che viaggia attraverso l’introspezione dell’animo umano tra sofferenza e rimpianto come nel singolo estratto “Se vuoi”.
Nella presentazione dell’album, il giornalista e conduttore radiofonico Alberto Calandriello riesce a mostrarci la chiave di lettura per questo lavoro che rappresenta quasi un seguito dell’album d’esordio e ci porta verso il nostalgico ricordo dell’amor perduto ma ci ricorda anche, e con fare popolaresco e con l’ironia de “La vanvera”, le piccole e grandi perversioni che, più si sale in alto nella scala sociale, più aumentano di frequenza e gravità… il tutto a ritmo di un valzer con venature di tarantella. Da segnalare una bellissima canzone in lingua francese come “Canal Saint Martin” simbolo di un amore nostalgico per una donna che si allontana tra condanna e dono. Chiude l’album “Tu dille” che fa inquadrare l’album quasi in un concept in cui il protagonista è lo stesso uomo che ripercorre gli “episodi” di “L’ultima cena”.
Una bella sorpresa è la ghost track in cui un sfogo musicale della band ligure ci invita quasi ad aspettarci un nuovo capitolo dei Ginez e il bulbo della ventola… come dire, sempre a spasso tra le righe poco convenzionali