Frei “2013: Odissea nello spiazzo”, recensione
Achtung!!
Un titolo come quello scelto per l’insieme delle tracce della seconda opera di Frei, a mio avviso, potrebbe essere definito come una sorta di distorsione grottesca e retrò di un mondo ormai andato. Infatti, il concetto di Odissea nello spiazzo incancrenisce idee base che, pur essendo a tratti convincenti, vengono svilite da una scelta a parer mio poco felice, al pari di una cover art di scarso appeal.
Dunque, se la mia teoria fosse avallata dai più, il buon lavoro di Frei rimarrebbe bloccato, non riuscendo a conquistare l’interesse dei curiosi.
Ma fortunatamente oltre le apparenze c’è sostanza, non sempre solida e ben rifinita…ma c’è sostanza.
L’autore natio di Bagno di Romagna arriva alla sua seconda release percorrendo le tracce della sua volpe, armato di rinnovata esperienza e di un bagaglio straripante di volontà. Appare chiaro come dalle tracce appena promosse dalla Lunatik, si percepisca un sentito amore verso la propria professione, forza vitale e trainante di un disco che è…anche se avrebbe potuto anche essere.
L’approccio originale ed intelligente fornisce all’ascoltatore un intreccio di pop cantautorale, in cui la sua radicata necessità recitativa emerge senza troppe sbavature da canzoni ben strutturate nella loro semplicità, proprio come dimostrano Scappo da casa tua e la conclusiva Ovunque mi porti. La tracklist si evolve attorno ad un easy listening piacevole (2013: Odissea nello spiazzo), che si veste di spezie funk (Angela) e buoni riff, messi al servizio della pasilinniana tematica della fuga. Realtà e surrealismo si confondono per incrociarsi attorno alla necessità di evasione, e poco importa se si tratta di un pranzo imbarazzante, oppure di fantascientifici alieni.
Frei forte della sua carica recitativa riesce a fasi alterne a fornire comunque un’opera piacevole. Una serie di racconti che portano alla mente Ivan Graziani e Gaber nonostante sintomatologie in levare (Se solo Se) e sussurri pacati (La notte).