Filo Q
Filo Q, all’anagrafe Filippo Quaglia, rappresenta l’incarnazione giovane e neologistica dell’electronic Chansonier, in una sorta di incontro inusuale tra classicità cantautoriale e suono sintetico. Un crocevia che vive sullo spirito lirico della scuola genovese e al contempo sulla voglia di sperimentare. Il bordo del buio, graficamente bene definito dall’artwork, porta la targa di opera terza, in cui, oltre all’arrangiamento di Max Morales, vede un’interessante serie di collaborazioni tra cui spiccano quelle di Roberto Izzo e Stefano Cabrera dei Gnu Quartet, Roby Nappi Calcagno con la sua tromba jazz e Giuliano Dottori dei Amour fou.
Il poliedrico ed irrequieto artista, offre 10 tracce ricche di sfumature, che rendono il disco appetibile; infatti, solo attraverso una più attenta lettura della tracklist, si è in grado di ottenere elementi maggiormente caratterizzati, da cui emergono gli alter ego dell’autore. Altri sentori esperienziali dei Magellano appaiono poi come briciole all’interno delle partiture, non propriamente easy listening, promosse dalla Micropop record e distribuite dall’onnipresente Audioglobe.
Il disco si apre con la dolcezza accogliente di Di giorno gli incubi hanno sonno, favolistico e surreale titolo che da inizio al viaggio buio. La dolcezza della traccia è dettata dai tasti bianco neri, resi vivi da una voce piacevole, che sembra funzionare meglio su note alte. La traccia si tronca all’improvviso per poi catapultarci dentro i frammenti della nostra memoria, il cui incipit alternativo si unisce a un percorso di musicalità rettilinea e ad una linea di cantato figlia di quel cantautorato De Gregoriano più elitario. Il blando assetto di pretenziosità viene poi mitigato dalla più distesa Illumina e dalla genuinità di Perso, in cui la chitarra si offre a giochi sperimentali.
Se poi a tratti Filippo sembra ricordare la parte più dolce di Max Gazzè, è vero anche che in tracce come Rendimi presentabile, il sentimento esecutivo non riesce al meglio. Invece, di miglior fattura appare certo Amore Maddalena, capace di aprire ad emozioni più sentite, tra sonorità ben assestate e buon equilibrio, impreziosito dal charango di Paolo Sala, back voice dal sapore 70s.
Insomma un disco piacevole, che trova il suo apice in Bombardano Parigi, in cui appare il theremin di Tarick1 nella poetica ed edulcorata scienza del cantato. Una tra le migliori tracce dunque, diretta e acquietata dalla tromba di Nappi Calcagno, arrangiata perfettamente ed in maniera tale da inserirsi con modalità armonica, senza prevaricare in maniera invasiva nel racconto di note.
Track list:
Di giorno gli incubi hanno sonno
La memoria
Illumina
Causeffetti
Perso
Bombardano Parigi
Il sapore
Amore maddalena
Rendermi presentabile
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