Filippo Villa: ascoltando “Storielle Dispari”
Un album semplicemente inaspettato quello del cantautore veronese Filippo Villa. Uscito nel corso di questo anno che sta per finire, l’album ha colto un po’ tutti di sorpresa perché, con semplicità, riesce a lasciare qualcosa nell’animo di chi ascolta le “Storielle dispari”. La canzone che invita al viaggio tra queste storielle è “Alfista”. Questa canzone è stata anche tra quelle che hanno avuto un chance di vittoria al Premio De Andrè 2018, calcando proprio il palco della finale. Così semplice ma così matura, piena di sogni, illusioni e delusioni, “Alfista” racconta di un tipico maschio italiano che sfreccia con il suo bolide sui tornanti dell’Appennino, incurante del bello che accade nel cielo sopra la sua testa.
A rappresentare la semplicità e la bellezza delle composizioni musicali di Filippo Villa c’è anche “La pazienza del bruco”, canzone inaspettata e spiazzante in cui la storia racconta di un piccolo bruco che anche cambiando forma e colore resterà sempre tale. L’idea di “umiltà” traspare tra le note e le parole di questa meravigliosa canzone.
Le canzoni di questo album, le storielle dispari come Filippo le presenta, sembrano quasi intrecciarsi tra di loro a presentarci ciò che il mondo sta perdendo tra bellezza umana e non tra prove introspettive profonde come in “Tempo scaduto” in cui l’autore ci mette di fronte alla scelta su cosa fare se fossimo a conoscenza che tutto sarebbe finito in un determinato giorno ed è forse il messaggio di non sprecare tempo in cose inutili e superficiali che forse eleva le canzoni del cantautore veronese ad una inaspettata e spiazzante bellezza che fa nascere nell’ascoltatore anche punti di domanda sulla propria esistenza e forse riesce a ricevere il giusto input da queste storielle dispari.
L’album si chiude con “Sardine”, una canzone in cui le speranze e le paure si intrecciano tra le sardine ostaggio di tutta l’ipocrisia e tutto il dolore del mondo raffigurato in un barcone decadente in mezzo al mare.