Eveline “Αω”, recensione

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Tra i dischi arrivati in questo piovoso febbraio mi sento in dovere di palesare il mio raro entusiasmo per questo αω, terzo lavoro degli Eveline, project sound di un talentuoso quartetto bolognese, che, con una sorta di space concept, divergono dai sentieri passatisti, posizionandosi al di sopra di un orizzonte sonoro affinato e pregevole.

Alpha omega, oltre ad apparire come una tra le stelle più luminose di questo periodo storico dell’indie music, rappresenta un’interessante co-realizzazione europea tra l’inglese Sonic Vista Recordings , la germanico-polacca Borowka Music e le nostrane Urtovox e Locomotiv Records. Quattro angoli sonori attenti ad un progetto crescente nato attorno al 2000, oggi maturato nei dintorni di una line up che si presume e si spera possa essere quella definitiva.

Le otto tracce si perdono sin dal primo approccio all’interno di titoli legati da un fill rouge kubrickiano, attento a non decifrare in maniera banalizzata il lato oscuro della luna, ma al contempo prudente nel suo incedere verso territori sonori arditi. Il suono che trapela dalla tracklist è fondamentalmente una mistione di jazz e blues adeguato a tempistiche space indie e psico prog. Una serie di gradite estensioni sonore tra synth e percussioni fanno si che elementi cardine come G.C e T.O. rimangano ancorati alle idealizzazioni soniche del percorso musicale proposto da Eveline.

L’ipnotica introduzione raccoglie sulla strada note diversificate, prima presentando l’ossatura portante del brano, grazie alla desolante e manifesta chitarra, poi cadenzando in modalità tonica ed anticipatoria una serie di sonorità aggiuntive, tra cui traspare la splendida e convincente voce del frontman, che, in maniera leggera e introversa, si tuffa nel racconto dopo alcuni minuti. La sezione ritmica dell’ensemble approccia, con perfezione e sicurezza tecnica, ad un’andatura che si chiude a cerchio, per poi ritrovarsi all’interno di Interstellar. La voce di D.M, che sembra ricordare alcune sfumature di Tom Yorke, immette l’aria progressive, assestata tra il sognante ed il magnetico, tra drammaticità di fondo e fluttuazione.

Il disco sembra voler viaggiare tra un infinita serie di costellazione, tra citazioni colte e ispirazioni musicali. Non mancano esalazioni alt country, né effetti space che ci trascinano verso una proto psichedelia, che evolve ritmicamente verso lo intelaiatura blues dei primi Black Sabbath.

Se poi è vero che la museana , She’s from Mars trova correnti direzionali del post rock, è altrettanto vero che brani come Terrible n.1 sembrano citare implicitamente un orrorismo carpenteriano, mitigato dalle corde vocali che portano ad una dispersione d’orientamento a favore di sonorità fluttuanti e a tratti onomatopeiche. Un concept che lega a sé le otto tracce in maniera armonica, attraverso un senso di dissipazione necessaria, volta a d accendere un pathos, teatralizzato e razionale.

Un disco che ha in sé una concettualità ciclica della vita, definita attorno allo sviluppo acre della vocale ancipite e i parametri orbitali delle partiture; un lavoro che riesce a trasferire all’ascoltatore una concettualità musicale estesa ed estendibile, attraverso sonorità piene di silente pensiero.

tracklist
1. To Kaluza’s White Quasar
2. Interstellar
3. Omega
4. She’s from Mars
5. Last Time at Alpha Centauri
6. Terrible n.1
7. Little Comet
8. Lunar 8

Tour

Mar 11/11 @ Leoncavallo, Milano , IT
Mar 31/11 @ Hamburg, GER
Apr 1/11 @ Gängeviertel, Hamburg, de
Apr 2/11 @ Bornholdt, Meldorf, GER
Apr 5/11 @ Hannover, GER
Apr 6/11 @ Frankfurt, GER
Apr 8/11 @ VeränderBar
Dresden, Sachsen, GER
Apr 9/11 @ Ostrzeszów, POL
Apr 10/11 @ Błaszki, POL
Apr 11/11 @ Meskalina, Posnan, POL
Apr 12/11 @ Comein Club
Opole, opolskie, POL
Apr 13/11 @ Dziedzice
Dziedzice, Czechowice, Dziedzice, POL
Apr 14/11 @ Czytelnia Kawy
Radom, POL
Apr 15/11 @ Dom Środowisk Twórczych Kielce, POL
Apr 16/11 @ Fabryscena Łódz, Łódzkie, POL
Apr 17/11 @ Spirala Piotrków Trybunalski, POL