Eric B + Rakim – Follow The Leader, recensione.
Ci sono generi musicali dei quali si ricordano senza obiezione plausibile quali siano gli artisti che hanno spostato il livello un po’ più in alto. Poi ci sono quegli artisti che i generi li hanno ridefiniti, gli hanno dato un significato diverso, nuovo, fino al momento in cui tutti cercavano di copiare il loro stile.
Di sicuro l’Hip-Hop è un genere ancora relativamente giovane per poter vivere di ricordi e molti degli artisti fondamentali ancora oggi sono attivi e non si considerano per nulla memorie del glorioso passato. Ma di tempo ne è passato abbastanza per poter stabilire dei punti fermi nella storia di questa musica che mai come in questo periodo rimpiange i suoi anni d’oro. Quando a metà degli anni 80 l’Hip-Hop era ancora nella sua età infantile e si fossilizzava principalmente su rime da party, l’aria cominciò a soffiare in modo diverso grazie all’avvento sulla scena di nomi che portavano molto più “street appeal” di quanto si fosse sentito fino a quel momento: Run DMC, LL Cool J, EPMD e così via. Ma un solo ed unico nome spostò il livello lirico ad un punto che per molti ancora oggi deve essere raggiunto: Rakim da Long Island.
Apparso come semplice ospite in un singolo del DJ Eric B all’inizio del 1986 (“Eric B. is President” firmato Eric B. featuring Rakim), Rakim divenne rapidamente il rapper titolare del duo, nonostante le infinite “connections” di Eric B. che in origine aveva intenzione di far coppia con Freddie Foxxx. Il loro album di esordio “Paid In Full” fu una scossa devastante per l’epoca, non solo per i massicci campionamenti funk e soul mai utilizzati tanto in precedenza, ma anche e soprattutto per le performance al microfono del non ancora ventenne rapper, che si proclamava con sicurezza “The God” ed inanellava rime immerse di profondità intellettuale e spiritualità sfoggiando una tecnica precisa, tagliente e perfetta.
Se pezzi come “I Know You Got Soul” ed “I Ain’t No Joke” hanno fatto la storia dell’Hip-Hop e rimangono scolpite come prestazioni verbali difficilmente superabili, la carriera di Rakim era solo al punto di partenza e non poteva che crescere. Fortunatamente le leggi del mercato non avevano ancora invaso il mondo dell’Hip-Hop e quindi l’album successivo fu proprio quello che ci si aspettava: totalmente incendiario.
“Follow The Leader” ha visto la luce nel 1988 ed il suo impatto è vivo ancora ad oltre 20 anni di distanza. Rakim compone testi da uomo di esperienza (nonostante sia nei suoi “early twenties”) e la musica che lo accompagna è degna di una band di live funk, concentrata su batterie incisive e campionamenti ad hoc. L’apertura con la title-track è cupa e tiratissima, fatta da scratch insistiti e un frastuono di basso che vanno ad introdurre il flow di Rakim che sembra quasi nascondersi dietro al beat rimanendo discreto mentre costruisce una cascata di parole tra filosofia e versi da battaglia. La traccia 2 è ormai un classico che vanta numerosi remake (e non solo nell’Hip-Hop, vedi Rage Against The Machine) ed è ormai l’inno di tutte le sfide tra rappers: quel “Microphone Fiend” che vanta un loop che non stanca mai così come il flusso instancabile di Rakim che viaggia come un treno senza mai fermarsi dall’inizio alla fine. E se qualche giovane aspirante rapper volesse imparare qualcosa non dovrebbe far altro che studiare bene “Lyrics Of Fury”, incredibile performance del rapper di Long Island, che non fa altro che attaccare con furia (appunto) una traccia minimale in cui la nuda batteria a tratti si alterna ad oscuri campionamenti, componendo un condensato di rabbia, tecnica e funk senza eguali. Il sontuoso beat di “Put Your Hands Together”, aperto da veri assoli di tastiera e piano e proseguito su fiati e tanto James Brown è un altro tappeto eccezionale per lo showcase del talento di Rakim, il quale in testi da “freestyle” continua ad inserire perle di saggezza che permeano l’atmosfera di tutto il pezzo. Dopo una serie di pezzi tirati e dai molti BPM, il beat rallenta e si affida di nuovo a fiati funky per “To The Listeners”, dedica agli amanti del suono nella quale la voce di Rakim arriva cristallina e potente come mai prima ed è ancora più facile da apprezzare. Ma chi proprio volesse un modo ancora più palese, allora c’è la mitologica “The R”, pezzo autoreferenziale che ha fatto storia, costruito su una batteria mid-tempo ed un giro di basso e poi il tutto è affidato ad un sontuoso e magistrale Rakim, con rime da studiare e riascoltare più volte. “No Competition” e “Musical Massacre” sono altre perle dove scratch e funk sporco si fanno sentire, a sottolineare anche l’importanza di una produzione che non fallisce un colpo, nemmeno nei pezzi strumentali nei quali si lasciava “d’ufficio” spazio al dee-jay com’era prassi all’epoca. E anche se sul reale apporto di Eric B. ad oggi rimangono alcuni misteri (sono in molti a sostenere che la produzione sia stata in realtà curata da altri, tra cui Marley Marl, Large Professor e Paul C.) rimane il fatto che il duo sia stato uno dei più efficaci di sempre, anche a livello d’immagine, grazie alle loro memorabili copertine dove sono immortalati ricoperti d’oro e con sgargianti tute.
Anche se arduo scegliere un esempio migliore di un altro in una carriera senza passi falsi, “Follow The Leader” è forse il disco che più di tutti ha un altro passo rispetto ai suoi coetanei e che ancora oggi regala emozioni e spunti nuovi. Nella riedizione in CD sono presenti anche gli eccellenti remix di “The R”, “Put Your Hands Together” e “Microphone Fiend”, un modo per ricordare che anche su questo fronte il duo era avanti, affidando a dee-jay (spesso europei) il compito di rendere appetibili per le discoteche i loro pezzi senza snaturarne l’anima Hip-Hop. Un motivo in più per non rimanere senza questo classico della storia della musica.