“Eradius” Eradius, recensione
Si chiamano Eradius, si ispirano al mondo dei Royal Blood e, partendo dalla Verona di Edoardo Gomiero, giungono all’ombra del Big Ben grazie all’ottima tecnica espressiva della bass line, guidata da Richard Dylan Ponte, anima oscura di un combo pronto a raccontare storie di una realtà ben radicata nel recente passato.
L’esplorazione del mondo raccontato dalla band inizia con la destabilizzante Alternative, in cui la vocalità vintage cavalca riff stonerizzati e a tratti rumoristici, pronti a trovare la via distorsiva con Poison eyes, in cui si va a confermare un’impostazione anni 70, qui inquinata da divergenze espressive che ritroviamo anche nell’intento artistico di Aliens. La traccia, probabilmente tra i migliori episodi del debutto, definisce un sound ai confini del grunge, mostrando il giusto mood, anche grazie ad una sezione ritmica “pepperiana”, pronta a virare su cromatismi RATM.
L’album, (ahimé) orfano di booklet, regge l’impatto estetico grazie ad un buon art-work curato da Tom Colbie e da un’ottima foto session, ideale per impreziosire il digipack da cui emergono “regine nere” e “deserti” innestati in riffing avvolgenti (Timmy C. ) e suoni spigolosi (Democracy) in cui vivono e sopravvivono rimandi di fine millennio e ardore espressivi immersi nella magicità degli anni grunge.
Da qui si riparte verso strutture piacevolmente heavy (Feel) e blandamente distorsive (Over think) grazie alle quali il duo sembra funzionare al meglio. Infatti, proprio sui pattern dilatati, la rabbia emozionale riesce a segnare la giusta impronta, ricca di cambiamenti, citazioni Tomarayani e strutture granulari.
A chiudere il buon esordio, promosso da Blob Agency- (R)esisto e Atropine sono, infine, le note trainanti di Digital puppets, ideale crocevia tra classici stilemi stoner e richiami Flea.
Insomma, un disco intriso di idee e qualità.
TRacklist
1. Alternative
2. Poison Eyes
3. Aliens
4. Black Queen
5. Timmy C.
6. Democrazy
7. Medusa
8. Feel
9. Desert Painter
10. Overthink
11. Raise ‘N Resist
12. Digital Puppets