Enrico Rava – Jazz Italiano Live 2009

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Audio Estratto da “Autobiografia”, primo brano del cd.
Scaricato dal sito di Repubblica.
Audio Intervista a Rava da parte del Trio Medusa.
Scaricato dal sito di Repubblica.


Per il quarto anno consecutivo Repubblica e L’Espresso affrontano un’iziativa editoriale lodevole da un punto di vista culturale ma soprattutto di notevole spessore da un punto di vista artistico. L’idea che ha fatto partire il primo ciclo di registrazioni nel 2006, era quella di valorizzare la Casa del Jazz, che si trova all’interno di Villa Osio, struttura strappata alla malavita organizzata e restituita alla cittadinanza con lo scopo di fornire un nuovo punto di riferimento in Italia ed in Europa per l’arte e la musica jazz.

Giunti quindi alla quarta edizione, con un orecchio a questo primo CD (1), ed un occhio al piano dell’opera, non possiamo che confermare gli stessi pregi e gli stessi difetti delle edizioni precedenti.

Cominciamo dai pregi? Musicisti di primissimo piano, appartenenti al meglio del Jazz e della musica Italiana, nel complesso. Pur se il coraggio di affrontare un’opera come questa nel 2006 dopo le molte conferme degli anni scorsi, non trova più meriti oggi, non si può che applaudire a chi punta sul jazz come veicolo promozionale, e così fa pure promozione al jazz stesso. Le registrazioni sono eccellenti, riuscendo a cogliere l’atmosfera dell’evento live ed allo stesso tempo offrendo una ottima pulizia del suono.

I difetti? Forse uno solo: si punta su nomi noti, stranoti, (meritatamente) osannati nel panorama jazzistico Italiano, e si trascurano le nuove leve, o grandi musicisti che proprio di primo pelo non sono, ma che magari sono meno familiari al grande pubblico per una loro propensione ad un jazz più cerebrale, più difficilmente digeribile. E’ brutto dire che “sono sempre quelli”, ma purtroppo è così. Solo per fare un nome, Giovanni Falzone è presente solamente come ospite in una delle uscite, quando un live dedicato sarebbe stata una bella sorpresa. Non voglio dire che chi è presente nella raccolta di quest’anno, non meriti di esserlo, dico semplicemente che forse è il caso di fare un ulteriore sforzo, un ulteriore salto nel buio, come si è fatto all’alba di questa avventura nel 2006, e dare spazio e visibilità a musicisti più “rischiosi”.


ENRICO RAVA tromba
MAURO OTTOLINI trombone, tuba
DAN KINZELMAN sax tenore
DANIELE TITTARELLI sax alto 
MARCELLO GIANNINI chitarra
GIOVANNI GUIDI pianoforte
STEFANO SENNI contrabbasso
ZENO DE ROSSI batteria

Rava è un eccellente musicista, un trombettista capace di passare dalle atmosfere elettriche, pure un po’ sperimentali di scuola Davisiana, a forme più intime, riflessive, che spesso, specie quando imbocca il filicorno, avvicinano il suo stile a quello di Chet Backer. Rava è un eccezionale scopritore di talenti, proprio come fu anche Miles Davis, e la sua generosità nel farsi promotore di giovani talenti si vede anche nel modo in cui riesce a gestire i suoi live, dando ai musicisti che lo circondano molto spazio, e molta libertà espressiva.

Questa prima uscita di Jazzitaliano Live 2009 per Repubblica e L’Espresso, ammalierà chi si avvicina per la prima volta a questa iniziativa editoriale, e non deluderà i molti che la seguono dal 2006. Rava con la sua band, composta di musicisti giovani e talentuosi, propone sei composizioni del trombettista, e comincia con Autobiografia, un pezzo con un inizio ambientale, a tratti di accennato rumorismo, che nella sua evoluzione scopre le atmosfere blues/cool jazz che tanto piacciono al trombettista.

Serpent prosegue in questa strada, pur passando a tonalità maggiori, e fornendo un ottimo parco giochi per i musicisti e per la loro improvvisazione.

E’ con Interiors che, per la prima volta in questo disco, scopriamo il lato intimista, raccolto e malinconico di Rava. Anche qui, sono le note e le cadenze del Blues a farla da padrone, ed un plauso in particolare mi sento di farlo a Marcello Giannini, che con un sapiente uso delle dinamiche, dei voluni e degli effetti della sua chitarra, riesce a fornire interventi e tappeti sonoti quasi tastieristici.

Eccellente Algir Dalbughi, con i suoi intenti a mezza strada tra il bebop ed il funky modale più analitico, con Giannini i ottima forma, e Stefano Senni che fa rotolare il suo basso, dando forma e sostanza al pezzo.

Le atmosfere rallentano ancora per Todamor, la tromba si fa piccola piccola, uno straordinario lavoro di volumi e dinamiche impegna la band… che spesso parlare sottovoce è più straziante e faticoso che gridare…

Il CD si chiude con Lavori Casalinghi. Ancora atmosfere in minore, che poi virano, lentezza che esplode poi in velocitò, improvvisazioni free.

E’ davvero un ottimo disco questo, in cui, come detto, rava si adagia in ambiti ed atmosfere a lui (ed a noi) noti, offrendo molto spazio ai suoi compagni di musica, suonando con il suo stile, con la voce distintiva della sua tromba che è diventato un marchio di fabbrica. Un’ottima uscita, che suggerisco di acquistare, chiedendola al vostro edicolante, o direttamente all’editore. E non perdete le prossime uscite. The best is still to come, ve lo posso garantire.


TRACKLIST:

1. AUTOBIOGRAFIA
2. SERPENT
3. INTERIORS
4. ALGIR DALBUGHI
5. TODAMOR
6. LAVORI CASALINGHI The Fearless Five



(1) Per correttezza devo precisare che scrivo questa prima recensione dopo la terza uscita della collana. Ho aspettato per non correre il rischio di dare giudizi affrettati  su alcune cose, come la qualità delle registrazioni, il packaging ed il prodotto nel suo complesso. (torna su)