Eagles – Hotel California (1976)
Nel 1976 una delle band più famose d’America pubblicò Hotel California, vale a dire quella che sarebbe diventata la sua canzone più celebre, nonché il proprio LP più venduto di sempre (greatest hits a parte). Il testo della storica ballata parla di un uomo che entra in un albergo, trovato quasi per caso lungo un autostrada, dove tutto gli sembra invitante a prima vista e che presto scopre essere effettivamente generoso di lussi e divertimenti. Ma c’è un piccolo particolare, che è rivelato solo nella strofa finale: chi vi entra può “liberare la stanza quando vuole, ma non lo può mai lasciare”. Quell’albergo, che all’epoca era frequentato anche da alcuni membri del gruppo, in realtà rappresentava l’immagine della droga e delle sue suadenti illusioni, pronte ad ingabbiare chiunque con la propria “shimmering light”.
L’album fu importante per gli Eagles anche per il cambiamento della line up, che vide l’uscita di uno dei membri originali (il bravissimo Bernie Leadon) e la new entry di un tanto estroso quanto carismatico cantautore rock (il chitarrista Joe Walsh): identikit perfetto per diventare un’Aquila d.o.c.. A differenza dei loro dischi precedenti, Hotel si spostò verso suoni più pop e sempre più distanti da quelli dei primi quattro album, maggiormente legati alla musica country che li aveva resi celebri (magnifico il loro Desperado). C’è da dire che, proprio come da felice tradizione, sin dal loro esordio, ognuno trovò lo spazio per cantare almeno in una canzone scritta da sé, fatta eccezione per Felder che si limitò a cesellare vari brani con i propri assoli elettrici. A mio modesto avviso, i pezzi minori del succitato Walsh (Pretty maids are in the row) e di Randy Meisner (Try and love again) risultano quelli artisticamente più interessanti, mentre le super hit come New kid in town e Life in the fastlane hanno un suono molto orecchiabile, ma forse un po’ più patinato.
Nella storia, in ogni caso, Hotel California si è ormai ritagliato un posto d’onore come disco da Isola Deserta contribuendo a rendere stellare la fama del quintetto di Los Angeles. Per chi fosse interessato a riascoltarli, consiglio di dare un’occhiata alle date del loro prossimo tour mondiale, che li rivedrà sul palco, senza il compianto Glenn Frey, sostituito dal figlio Deacon e da Vince Gill.