Dunkelnacht “Revelatio”, recensione

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Tutto ha avuto inizio agli albori del 2004 quando Mr.Heimdall creò una sorta di one-man band. Il project, inizialmente nato ai confini della musica ambient, si è oggi evoluto verso una più oscura e nereggiante aurea compositiva, già in parte espressa mediante il debut Atheist Dezekration. L’ inizio dell’espressivo sentiero, oggi giunge, grazie alla Worm Hole Death al compimento di Revelatio.

Un nuovo album , con il quale il quartetto d’oltralpe sembra volersi assestare attorno a sensazioni nere che riescono a convogliare percezioni dark, black, goth ed ambient, in un tentativo riuscito di raccontare tetre atmosfere armoniche.

L’album, come si evince dal booklet, (ahimè) privo di testi, tratta in maniera metaforica di un immaginifico conflitto tra differenti caste rappresentate dalle tre scimmie della saggezza: Mizaru, Kikazaru e Iwazaru. Partendo proprio dalla tradizione cinese le caste narrate finiscono per rappresentare rispettivamente le persone, i capi religiosi ed i reali potenti, invisibili agli occhi delle altre due caste. Da qui la band parte sferrando colpi violenti con The fall of Entropy. Una spezzata inquietudine assorbita da risonanze cripto industriali e dalla teatralità espressiva che muta il suo ego attraverso il nero sipario di Emergent primitive contellations , in cui la voce narrante ci trascina verso un’inattesa ipervelocità del martellante blasting.

L’impronta black sembra a tratti lasciarsi andare ad inusuali rallentamenti progressive, mentre i riverberi metallici dell’outro vengono tranciati dalle polveri di Ashes from stellar oracles , accartocciata su di una linea di cantato (forse…) non particolarmente innovativa, ma di certo ammaliante e abile a non perdere convinzione e verve espressiva, tra ripartenze e spazi evocativi della bass line.

Non mancano poi intarsi heavy, maturati da guitar vintage, né pseudo spoken words del narrato, perduto e per certi versi mefistofelico. L’horrorifica chiusura della traccia ci trasporta poi verso il pianoforte di Dissolved fractal esoterism, in cui la linea vocale sembra avvicinarsi ai Carcass di Heartwork prima di evolvere nei molti cambi direzionali, reali fulcri espressivi di un altalenante andamento, tra mordenti passaggi e sviluppi normalizzati. Di buona fattura appaio inoltre la tiratissima Where Livid lights emblaze, con il suo devastante intuito nu-metal, e l’attacco space della titletrack, legata ad una curiosa e fluttuante sensazione apocalittica che, pur mancando di collante intrinseco, riesce a fungere da trait d’union con l’ottimo lavoro di Alkhemohr in Le serment des hypocrities.

A chiudere il disco è la sulfurea folgorazione di Enthroned in the light e l’oscurantismo di Rebirth of the black procession, il cui l’ego narrativo anticipa l’esplosione sopita, pronta a confluire verso la ribellione post profetica, resa claustrofobica da una corrotta ambientazione vicina al mondo Carpenteriano, qui riesumato dalla ramificazione di una realtà ricurva e perduta.

Tracklist
1 – The Fall of Entropy
2 – Emergent Primitive Constellations
3 – Ashes from Stellar Oracles
4 – Dissolved Fractal Esoterism
5 – Through the Reign of Lunacy
6 – Le Serment des Hypocrites
7 – Revelatio
8 – Where Livid Lights Emblaze
9 – Enthroned in the Light
10 – Rebirth of the Black Procession
11 – Post Prophetic Rebellion