Douge
Si chiamano Douge, ma la loro cover art di debutto non lo svela, arrivano da Treviso con un solido stoner rock dalle tinte alternative e, dopo inevitabili assestamenti di line up, arrivano al loro debut. Tredici affinate tracce licenziate dalla Go down records, label sempre più presente nel panorama underground, pronta a formulare le specifiche di un’uscita in grado di restituire una potenza live e un’accuratezza post produttiva interessante.
Tra le linee curve ed oscure della copertina scivolano le fluide note viscose della chitarra di Stone, reale manifesto degli intenti. Le forti tinte stoner e la linea vocale in grado di inserirsi tra le pieghe della distorsione, si intercala tra post grunge e strutture cripto prog, infatti, le diluizioni sonore sembrano voler trovare fertile superficie nei primi anni’70. Le aree strutturali ci conducono alle pelli di Lucio Balzonello pronte (Narbor Kailon) ad aprire ai riff sabbathiani, mentre voci e controcampi riempiono la nera cornice da cui sono estratti. La voce di Sten si concede a vocalismi talvolta sopra le righe, e la band nel suo insieme sonico lascia molto spazio ai suoni, alimentati da guitar solo e strutture ritmiche ben cadenzate e piuttosto ispirate.
La retta via prosegue con l’ottimo incipit di Violent Desire, in cui la rabbia urlante si offre a sensibili mutamenti direzionali al servizio di un curioso dialogo tra sei corde. Il teatralizzato outro apre poi all’impronta rock di Psychedelic Symbiosis, pronta a perdere l’orientamento in itinere, e al coinvolgente andamento di Sex Drugs, perfetto nella sua semplicità.
Se poi con Truck Rocker si ravvisa uno sguardo d’oltremanica, con l’atmosferica entrata di Storm si giunge ad un inatteso punk’n’roll che si riveste da hard sound attraverso linee vocali vicine ai più maturi Deep Purple. Non mancano infine le note in battere di Pressured, le cui impostazioni trasversali potrebbero essere avvicinabili al mondo di Robert Heltford, né impostazioni di stampo classico, come dimostrano il riff di Look at your desert e Mr. Queen.
Il cerchio dei Douge va a chiudersi con la splendida Eragorn, i cui suoni passatisti giocano con una magnifica impostazioni sonora. Un’abile struttura comunicativa che cambia registro nel suo cuore, tra solo, arpeggi e pure stoner sincopato ed oscuro, goccia nera di un mare sonoro che dal vivo trascinerà via le scorie della vostra quotidianità.
Tracks:
n°1 Stone
n°2 Narbon Kailon
n°3 Violent Desire
n°4 Psychedelic Symbiosis
n°5 Sex Drugs
n°6 Eragorn
n°7 Storm
n°8 Truck Rocker
n°9 Simple Chaos
n°10 Mr. Queen
n°11 Pressured
n°12 Perhaps You Should Smoke A Cigarette Instead
n°13 Look At Your Desert