Di Toro Michele
Spesso accade che il primo ascolto che dedico ad un disco, qualunque esso sia, avvenga attraverso l’uso dell’autoradio, durante i momenti in cui il viaggio lavorativo si fa diversificato per raggiungere mete dislocate. In questi momenti di piacevole solitudine raccolgo le prime idee su cosa e su come impostare gli articoli, semplicemente facendomi trascinare dalle emozioni.
Tutto questo non è accaduto per Echolocation, ultima fatica di Michele Di Toro.
Una volta inserito il bianco cd, edito dalla Volume! in sinergia con Cramps e Edel, ho avuto l’impressione di dare inizio ad un volo pindarico, spinto da un vento gentile atto a ridefinire più volte un viaggio magico.
Ho ascoltato d’un fiato il full lenght, senza riuscire a prendere appunti vocali. Aiutato dagli automatismi, mi sono poi ritrovato a destinazione, non accorgendomi quasi di nulla, completamente fagocitato dall’istinto musicale da cui che trapela una sorprendente sensibilità artistica.
Echolocation, come afferma l’autore stesso, rappresenta un insieme di pagine bianche come il digipack che contiene il disco; fogli immacolati su cui colano gocce di note scritte con il raziocinio della mente, travolta dalle pulsazioni del cuore musicale. Dodici tracce parlate in esperanto silente, profondamente ispirato dal tecnicismo del compositore, capace di raccontare favole musicali dominate da altalenanti sensazioni intercalate tra melanconia, serenità ed evoluzioni cromatiche davvero coinvolgenti.
Le composizioni rompono in maniera gentile il nostro respiro, ricreando momenti di pathos ingentilito da un aurea per certi versi Alleviana, disossata però della sua carica impulsiva. Con Michele Di Toro, infatti, ci troviamo di fronte ad un zelo compositivo, che quasi timidamente si erge su partiture composte e ben calibrate, che solo in parte rimandano al mondo classico contemporaneo, riuscendo a interpolare una propria autonoma passione, senza ricadere nel facile citazionismo.
Nel disco lasciano il segno brani come …Al chiaro di luna e Dr. Jekyll & Mr.Hyde, che come e più di altre regalano all’ascoltatore immagini ipnagogiche e nuvolari, trasportate dalla dolcezza compositiva e dagli impulsi delle note diluite. Un’avventura di suoni che si rinviene nei meravigliosi momenti della titletrack, per poi ritrovarsi in una sorta di bonus side, in cui il musicista gioca con ironia dell’aria moscovita di Prokof’ev , che con il suo folle minimalismo ci porta alll’impressionismo musicale e all’eterogeneità di Stravinsky, citati esplicitamente dall’autore tra umorismo e seriosità. Un itinerario accurato da cui emerge infine la bella Chick Corea il giocoliere , in cui l’anima jazz evade verso sensazioni nude, scomposte e decise.
Insomma…tutto di certo è perfettibile, ma in questo disco si fatica a percepire il lato debole su cui lavorare.
Tracklist
1. La Favola Continua
2. 15 Luglio
3. …Al Chiaro di Luna
4. Il Giardino Segreto
5. Echolocation
6. Senza Te
7. Dr. Jekyll & Mr. Hyde
8. L’Arrogante Bartok
9. Prokofiev il visionario
10. Chick Corea il giocoliere
11. Debussy l’adulatore
12. Stravinsky il logorroico
13. Distorti Saluti