Demetra sine die

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Volevo iniziare questo 2019 con un disco a cinque stelle. Ho cercato tra gli ultimi arrivi e ho dissotterrato sulla mia strada i Demetra sine die. Attirato dall’ottimo lavoro di cover art, mi sono ritrovato tra le mani un’opera oscura ed inquieta, in cui le auree torve del trio genovese definiscono un album di certo più ombroso rispetto ai predecessori. Un LP che riesce a spegnere le titubanze per aprire lo sguardo su di un’opera in grado di raccontarsi tra atmosfere ben delineate.

A dare battesimo al full leght licenziato da Third I Rex, è Stanislaw Lem, sicuramente annoverabile tra le più interessanti composizioni dell’album. Infatti, la profondità descrittiva della traccia definisce il proprio mondo attraverso reiterazione e mutazioni stoner, in cui lo storytelling diverge per mantenere elevata l’emotività, qui deformata dall’impeccabile struttura di Birds Are Falling , in cui l’ascoltatore viene avvolto da rimandi vintage e accordature ribassate che non mancano poi spigoli neri ed eccessi moderati. Se poi con Lament il battito iniziale si fa onirico e ipnagogico (ponendosi non lontano della visionarietà di Waters), è non Gravity che si va ad aumentare la percettibilità, segnata da un risveglio nereggiante, durante il quale si arriva a sconfinare in un territorio Black, pronto ad innervare un disco vivo e descrittivo.

L’opera oscura, occludente e inquinata, tocca vette malevole con tracce come Eternal Transmigration durante l’esecuzione della quale la diluizione di un ossessiva in pronta noise si unisce a un’ottima narratività, ideale nel riempire sensazioni vacue e a tratti “orrorifiche”.

Inoltre, le percezioni spoken word offrono all’ascoltatore un battente e disturbante ritmo tribale, pronto a ricondurci verso distorsioni rock con Liars . La composizione, segnata da toniche abrasive, sfida, infine, le armonie poste tra echi e riverberi condotti da un tracciato distorsivo ed al contempo evocativo, coacervo di generi e riflessi, pronti a chiudere il (permettetemi di dirlo) riuscitissimo album, per mezzo delle note di Post Glacial Rebound , il cui DNA mostra le doti di una band affamata e abile nel raccontare attraverso suoni e parole.

Tracklist

1. Stanislaw Lem
2. Birds Are Falling
3. Lament
4. Gravity
5. Eternal Transmigration
6. Liars
7. Post Glacial Rebound