Ciao Beatrice “Problemi, cose”, recensione

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Problemi, cose.

Ecco a voi il titolo (forse un poco troppo morettiano) della nuova creazione stilistica dei Ciao Beatrice, trio di musicisti palermitani che, grazie alla diretta genuinità esecutiva, giunge sin da subito a richiamare l’attenzione dell’ascoltatore, mediante gli accorti intenti espressivi della band.
Spinti da stilemi accartocciati attorno ai nuovi orizzonti della new wave, la band sembra voler calcare un territorio espressivo arzigogolato, ma al contempo privo di inutili fronzoli emozionali, attraverso sensazioni essenziali, perfettamente incarnate nell’overture della nuova release. Infatti proprio con Non abbiamo ancora vinto la pulizia vocale di Ernst Lanzafame, giunge a distinguersi tra le profondità proposte dalla quattro corde e la deliziosa persistenza lo-fi. Un’immediata forma espressiva che continua a mostrare i propri margini in Dammi dieci numeri felici , in cui gli acuti chitarristici sembra non volersi appoggiare semplicemente su di un anima new wave, ma anche su intercalazioni definite tra ombre ed arie poppeggianti.

Non è di certo un caso se Il disco, licenziato sul finire del 2014, arriva a raccontarsi mediante tracciati immediati, proprio come dimostra Sembra che ci stia provando io, i cui rimandi Morganiani e gli interessanti passaggi in battere, giungono a noi come atti anticipatori delle spezie surf- garage di Gommapiuma .Infatti, la traccia, deliziosamente retrò, con al sua struttura espressiva va a creare una sincrasi tra impulsi Ramones, nuove onde e Soul Surfer, mentre i testi sarcastici e a tratti nonsense acuiscono l’interesse verso il disco, che sin dalla sua cover art metaforizza la filosofia artistica della band.

Se poi con Giovanni è il plurale di uno, le atmosfere sono dominate da una calda bassline, ci si ritrova poi ai limiti di un curioso crocevia tra gli anni’ 80 più oscuri ed aperture cripto-soviet (in levare), ideali trampolini direzionati verso Cane morto, un vero e proprio l’apice espressivo. Un piacevole sapore vintage raccontato da una filtrata linea di cantato, supportata da back voice abili nell’acquisire la follia narrativa. La teatralizzazione intratestuale della band viene poi alimentata da un songwriting a tratti surreale, animato sul finale da sentori pop punk alternativi.

Ma ben presto gli animi si placano nuovamente, proprio ai bordi del mondo circense di Non capirò mai il circo, minimale struttura narrativa, pronta a maturare verso approcci ridondanti e visionari, chiusi nel proprio percorso da un Fuoco amico, le cui reminiscenze tradizionali si mescolano ad andamenti “bennatiani” e striature alternative rock.

tracklist

01. Non abbiamo ancora vinto
02. Dammi dieci numeri felici
03. Sembra che ci stia provando io
04. Gommapiuma
05. Incidenti di coincidenze
06. Giovanni è il plurale di uno
07. Cane morto
08. Non capirò mai il circo (feat. Dimartino)
09. Fuoco amico
10. Spike the crocs