Cancrena ” Hidden depravity”, recensione
Sono trascorsi tredici anni dal momento in cui i Cancrena iniziavano a salpare dalla loro Bari per affrontare le onde heavy old school, armati di un sound assestabile (come loro stessa ammissione) tra sentori Pantera e Testament. Finalmente, è proprio il caso di dirlo, dopo alcuni demo ed altrettanti cripto Ep, il quartetto arriva al suo official debut Hidden depravity, promosso dalla sinergia tra Andromeda Dischi, Atomic Stuff Promotion e Logic(il)logic, label bresciana pronta a lanciare dieci tratte musicali nel cui Dna si intrecciano l’energia in Wylde style e gli andamenti da primi anni ’90.
Il disco si presenta con l’ottimo riff di Serpent Skin, un inizio promettente e vigoroso, legato ad un sottile fil rouge che ci inoltra verso il territorio nu metal, riversato però su di un thrash d’annata. La voce granulosa e caratteristica di Frank è definita attorno a una linea vocale che si appoggia ad uno stigma tipico del metal evoluto, arrivando in maniera naturale a considerare stilemi legati ad un certo tipo di post hardcore. Tracce convincenti come To nerve oneself e la nereggiante Black Underground celano movimenti stilistici divergenti, capaci, come lo stesso incipit, di rimandare a spezie Ride the ligtining .
Il countinuum narrativo di questo convincente Hidden depravity attraversa poi i riff graffianti di Under the law e l’amalgama perfetta di The pessimist, traccia in cui l’enclave di basso ed il minimal drum set offrono un pathos narrativo impreziosito da sentori Panteriani, che si ergono con più chiarezza in Pervert Priest . Se infine con Dark Torment ci si rende conto di come l’arrangiamento possa essere a tratti definito perfettibile, con l’accelerazione di Back Draft la muscolarità drammaturgica ritrova la giusta andatura, per un album che parla di sé sin dalla splendida cover art, così piacevolmente orrorifica e cupa, dalle cui tinte nereggianti si ergono note cariche di buone vibrazioni e parental advisory, appoggiato su di un drum set basico e fondante. A questo si uniscono le basse note perse tra la vocalità piena e coinvolgente del frontman, pronto a raccontare tracce dai nervi scoperti.
TRACKLIST
01. Serpent Skin
02. The Pessimist
03. Pervert Priest
04. Dark Torment
05. Backdraft
06. Black Underground
07. Ancient Strength
08. Hidden Depravity
09. To Nerve Oneself
10. Under The Law