Beyond Mortality “Infested Life”, recensione

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Osservando la discografia completa dei Beyond Morality, qualcuno potrebbe rimanere colpito e stranito dal fatto che il quintetto svedese arrivi solo oggi al full lenght di debutto. Infatti dal 1999, anno in cui i nativi della contea di Kronoberg decisero di formarsi, la melodic death metal band è arrivata a produrre ben sei Ep Demo.

Mancanza di idee? Mancanza di soldi? Mancanza di intraprendenza? Mancanza di appoggio? Personalmente non saprei e a questo punto davvero poco importa, perché da oggi possiamo finalmente parlare di opera prima, grazie alla sempre attenta Worm Hole Death e alla croata Grom records, extreme label attiva ormai da inizio millennio.

La vita infettata raccontata dalla band, trova le proprie fondamenta proprio all’interno degli extended played del recente passato, da cui giungono Anton Walette, Tony Pettersson e Tobias Karlsoon, fondanti anelli produttivi, arrivati a trasferire le potenzialità espressive di un power trio, verso un necessario allargamento dei raghi artistici. Il disco, arrivato alla luce da poche settimane, offre ai metalhead sonorità death thrash pulite e dirette, in cui i fronzoli stilistici e stravaganti non trovano terreno fertile, a causa della decomposta sepsi che parte dalla cover art, sino a giungere alla zombificazione del booklet, ahimè macchiato da un font size poco leggibile.

Le tracce, mediamente di breve durata, vengono anticipate da Beyond lugubre introduzione in cui la battente pioggia, scandita dal nereggiante suono di una lontana campana, sembra voler omaggiare l’incipit della genesi metal, quel seminale Black Sabbath al quale il mondo con le borchie tutto deve. L’orrorifica introduzione va a spegnersi in maniera narrativa con Demand a Sacrifice, in cui l’ossessività artistica di Walette sfiora il blasting, invitando l’ascoltatore attento verso aperture melodiche che risultano sporcare il death di base. L’impatto immediato è agevolato dal composto growling, che trova linfa vitale in reminescenze anni’90. Infatti proprio celate auree slayeriane sembrano tornare tra le note di Aborted, il cui chorus rimanda al primo Tom Araya.

La crudezza del songwrinting, acuita per certi versi dai guitar solo, concretizza l’impatto sonoro tra passaggi scarnificati ( Plaguebearer) e spazi narrativi ben definiti, proprio come accade in Exhumed remains , il cui rotten gore fuoriesce prepotente dalla mente di Tony”Ari” Pattersson. L’ottimo groove trova poi spazi vitali attraverso i corposo riff di Broken souls e Born for the grave, da cui si erge l’ottimo lavoro alle quattro corde, pronto ad allinearsi alla perfetta chiusura di Fill my ranks, crocevia acustico che trova il suo termine nei cannoneggiamenti finali, atti conclusivi di un disco lontano dal massimalismo sui generis.

Tracklist :
01. The Beyond
02. Demand A Sacrifice
03. Aborted
04. Broken Souls
05. Infected Life
06. Born For The Grave
07. Man Made God
08. Exhumed Remains
09. Suffocation By Fear
10. Final Order
11. Plaguebearer
12. Fill My