Bettibarsantini “Bettibarsantini”, recensione

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Chi è Betty Barsantini? Betty Barsantini, scopro grazie alla rete, è considerata la “regina” del Tg regionale toscano.

Chi sono i BettiBarsantini? I BettiBarsantini, scopro grazie al comunicato stampa, sono la naturale sincrasi tra Marco Parente e Alessandro Fiori, autori tout court di questo omonimo full lenght, pubblicato da Malintenti dischi e distribuito da Edel.

Dieci tracce racchiuse dalla poliedricità artistica dei due compositori, abili a trasferire una curiosa follia visionaria, ben metaforizzata dall’inquietudine grottesca della cover art, ed una fresca ironia sociale, in grado di immortalare i mali dei nostri tempi, proprio come dimostra Dissocial Network.

La traccia introduttiva, infatti, riempie i vuoti relazionali inquinati dalla rete sociale, una delle più grandi illusioni di questo nuovo millenio, qui raccontato attraverso una linea sonora, appoggiata su di mininale electro pop anni’80, atto a definire uno sdoppiamento vocale e ritmiche esplosioni di suoni, pronti a trovare continuità nel controllato sperimentalismo espressivo di Terza guerra mondiale.

Se poi con Le parole il duo va a ridipingere una sentita aurea cantautorale tra pragmatiche ridondanze e calma descrittiva, è con Pavoni che i Bettibarsantini giungono ad un apice espressivo arguto e diretto. Infatti la track sembra vestirsi di un saporito punk, attraverso una malcelata grezzezza anni’70, perfetta allegoria di un testo visionario quanto i passaggi di Amleto, ben bilanciato dal retrogusto jazz-new wave di Qualcuno avrà pur le idee chiare? e dalla liberatoria Buon compleanno (all’universo).

Insomma… un disco sarcastico che sembra essere un vero e proprio attacco alla mediocrità intellettiva, pronta a cibarsi di sola vacua finzione.