Ariemma e Mama’s gan
Dopo qualche tempo, Music on tnt torna ad occuparsi della U.d.u records, label toscana che in questi ultimi mesi ha prodotto nuovi interessanti dischi, anche se non tutti riusciti alla perfezione.
In questa prima puntata dedicata all’etichetta italiana, prenderemo in considerazione due dei quattro nuovi prodotti ,gli Ariema e le Mama’s gan, mentre dovrete pazientare ancora un poco per il nuovo disco dell’ormai affermato Tenedle e per i promettenti Neronova.
Ariema “50 centesimi”
Spesso, come è naturale, risulta più difficoltoso recensire negativamente un prodotto, piuttosto che cercare le giuste parole di elogio. Talvolta è problematico sviluppare critiche che possano risultare costruttive e non distruttive. Il mio intento, e scusate se non riuscirò nell’impresa, è quello di suscitare un interesse, anche per ciò che il mio orecchio interpretativo può aver elaborato in maniera inadeguata , senza naturalmente avere la supponente convinzione di essere nel giusto.
La band toscana, nonostante un incredibile e destabilizzante continuo mutamento della line up, è riuscita a rinascere dalle proprie ceneri, approdando al primo full lenght ufficiale. Infatti, proprio grazie alla IX edizione di “Suoni nella notte”, la band, oltre ad aver ottenuto il premio per la critica, ha conquistato la possibilità di realizzare “50 centesimi” , sotto l’ala della U.d.u records.
La buona premessa non è però, a mio avviso, ripagata dall’ascolto disco, che nel suo complesso riesce ad alternare aspetti positivi a preponderanti cali di interesse.
L’album si apre con le poco convincenti “Cervello chimico” e “ Tempio”, in cui sembra palesarsi un limite compositivo ancora troppo acerbo. Sin dalle prime battute, le trame sonore risultano offuscate da una sezione ritmica, troppo invasiva e poco in armonia con il resto dei musicisti, tanto da essere d’ostacolo alla bella, ma non ancora caratterizzata voce di Sara Matteini, che riesce a dare cenno delle sue potenzialità in “Tesi”, con il suo ambiente proto-punk, nel quale sviluppa una buona linea di cantato.
Dopo un attento ascolto, sembra palesarsi il fatto che la band riesca a dar il meglio di sé negli episodi più vicini alla teatralizzazione della musicalità, come ad esempio in “Intro…spezione”, che convince con il suo piacevolmente ridondante sound. La convinzione del quintetto, subisce però una caduta di tono con “La comunicazione”, fastidiosamente banalizzata da un arrangiamento poco incisivo che rende vano l’interessante intento.
Insomma i ragazzi devono ancora crescere e solo il tempo potrà dirci se e ma. Probabilmente emergeranno dalla convenzionalità se continueranno ad inseguire ritmi meno lineari e lirismi più alternativi, come nell’espressione musical- acronimistica “A.r.i.e.m.a”.
Mama’s Gan “Mama’s Gan”single
Le Mama’s Gan possono, senza dubbio, essere definite come un interessante e coraggioso duo femmineo, formato dalle talentuose perugine Laura Montanari alla voce e Eleonora Beddini al pianoforte.
Interessanti perché capaci di offrire buone attitudini canoro-musicali oltre un invidiabile preparazione sonica, alla quale si unisce un indubbia attenzione compositiva, espressa in maniera naturale dalla loro convincente performance.
Coraggiose perché oggi nel mercato musicale, la struttura melodica voce-pianoforte non è certo di così facile accesso come si vuol far credere. Si rischia infatti di ricadere in un’eccessiva edulcorazione del linguaggio musicale.
Di certo la voce di Laura riesce ad incantare ed ammaliare all’ascolto e Eleonora Beduini, nonostante non sia né Giovanni Allevi nè Ludovico Einaudi, riesce comunque a far trasparire l’amore per la musica, con i suoi delicati tasti bianchi e neri.
Il duo appare all’ascolto piuttosto euritmico, tanto da inevitabilmente arrivare a considerare la suadente voce della Montanari un vero e proprio strumento musicale, una voce narrante in grado di aprire con la sua malinconica serenità, quel mondo narrato dalle due autrici.
“Mama’s Gan” è senza dubbio un affascinante cd sigle, che ci trasporta con la delicatezza di una piuma, nella cupa melanconia emozionale di un “Dono sottovoce”, realizzato in memoria dei sorrisi e del ritmo di Angà Diaz, per arrivare al dolce pianoforte che ci porta “A casa”, con accordi aperti e sottili, ai quali si unisce la jazzante voce di Laura Montanardi che rende questo piccolo disco, un‘opera da ascoltare ad occhi chiusi.