Amelie – Be Low, recensione.
Dal nome, potreste aspettarvi una cantante francese e intime atmosfere parigine. Invece, gli Amélie sono un gruppo pop, cantano in inglese e sono di Modena.
Già solo per il fatto di aver voluto far nascere un gruppo Brit-Pop in Emilia Romagna gli Amélie sono un gruppo che merita un ascolto, esperienza che si rivelerà peraltro assolutamente gradevole.
Un altro ottimo motivo per dedicare del tempo a questo gruppo è la loro scelta di rilasciare il loro lavoro sotto licenza CC, ovvero di renderlo liberamente scaricabile.
Diciamolo subito: gli Amélie sono bravi, come confermato dall’essere stati il gruppo di supporto a gente come i Baustelle.
dopo un primo EP di esordio, “The Trabant”, nel dicembre 2006 escono con “Be Low”, il loro secondo EP.
“Be Low” è un buon lavoro, piacevole, ben costruito e molto equilibrato.
Tutti i pezzi rivelano sicurezza musicale, buoni testi e sono morbidamente rifiniti, facili e piacevoli da ascoltare.
“Do it over” è il pezzo che apre “Be Low” ed è un brano intimo, che parla di una presa di coscienza del valore delle proprie azioni.
Segue “Slow”, brano leggermente più cupo, intimista.
Con “Shake You” gli Amélie propongono una bella canzone che parla d’amore senza essere sdolcinata, risultato sicuramente apprezzabile.
Questa prima parte del lavoro, pur con qualche differenza, appare molto omogenea, poiché i primi tre brani presentano uno schema costruttivo abbastanza simile: a partire da un incipit lievemente cupo e intimistico, i pezzi si aprono poco a poco, sino a dispiegarsi verso la fine del brano. Questo li rende facili da ascoltare, senza cadere però nel mieloso.
“Get High”, il quarto brano, si presenta lievemente differente rispetto ai primi tre: più veloce, ritmato,è un brano che conserva una certa tensione, pur senza essere per nulla criptico e senza ripiegarsi su sé stesso.
“Be Low” si chiude con “Soon a Shine will come”, un brano nostalgico, capace di trasmettere una certa atmosfera evocativa che stilisticamente si contrappone con molto buon gusto a “Get High” e ben si adatta a chiudere il lavoro.
Dunque, riassumendo, “Be Low” è una buona prova, equilibrata, ben realizzata e senza sbavature.
Tuttavia, proprio in questo equilibrio risiede il maggior limite di questo lavoro.
Pur essendo piacevolissimi da ascoltare, questi cinque brani risultano forse un po’ manieristici e privi di una luce propria che li illumini.
Testi e musica sono sempre rassicuranti, forse troppo. Ogni piccola divagazione, ogni cambio di registro viene immediatamente corretto, depotenziato.
Si coglie e si apprezza il tentativo, peraltro riuscito, di proporre un Brit-Pop credibile, elegante e raffinato, ma forse questa ricerca di pulizia si è spinta lievemente oltre il necessario.
Non c’è niente che non funzioni, ma nemmeno qualcosa che spicchi particolarmente e questo è un vero peccato, perché la cura complessiva avrebbe meritato una poetica più incisiva e qualche cautela in meno.
Giulio Focardi