Allison Crowe – Secrets, recensione
Secrets è il bel lavoro di debutto come solista della cantautrice canadese Allison Crowe. Uscito nel 2004, interamente cantato e suonato da Allison Crowe, è registrato in uno studio casalingo. Tuttavia, l’album ha potuto beneficiare della supervisione in fase di produzione di Rainer Willeke e questo ha permesso a “Secrets” di beneficiare di una cura insolita per un’autoproduzione.
Dunque si tratta di un prodotto ben confezionato, pervaso da una generale, piacevole impressione di professionalità. Dote, quest’ultima, ancor più apprezzabile pensando al fatto che “Secrets” è rilasciato sotto licenza CC ed è liberamente e legalmente scaricabile da Jamendo o siti di file sharing.
L’album presenta scelte stilistiche complessivamente semplici, che da un lato appaiono adatte al tema scelto, dall’altro permettono di mettere in evidenza le doti vocali di Allison Crowe.
Ebbene, proprio la voce dell’artista è il perno attorno al quale ruota tutto il lavoro: potente, talvolta graffiante, non ha nulla a che vedere con la perfezione asettica delle voci “da pianobar”, ma si propone con una personalità netta e decisa.
Chi apprezza le voci femminili di carattere, non può tralasciare di dedicare un paio di ascolti a “Secrets”, che si pone a livello di lavori di ben altro blasone.
Secrets parla d’amore o, meglio, di come le passate esperienze che serbiamo nel fondo del cuore influenzino la capacità di amare. In pratica, le canzoni che si susseguono lungo tutto l’album raccontano le diverse fasi di una storia d’amore tormentata, le speranze, i blocchi reciproci, le illusioni e le disillusioni.
L’album si apre con “How Long”, canzone d’amore intimistica e struggente. Un gran pezzo, semplicissimo e intenso. Segue “Philosophy”, che parla di libertá, la libertá di essere se stessi dopo una relazione. Poi “Midnight”, che racconta la difficoltà di far entrare qualcuno nel proprio cuore, anche a rischio di perderlo e “Immersed”, che invece si sofferma sulla paura di amare e di come la propria parte oscura tenga lontana la persona amata. “Secrets” é il pezzo centrale, che da il nome all’album e ne riassume la tematica di fondo: segreti, dolorosi, dai quali é impossibile staccarsi e che costituiscono la materia della quale é composta quella parte oscura che rende impossibile abbandonarsi all’altra persona. Viene poi “Montreal”, brano interlocutorio: uno spaccato di vita, il racconto di un momento, che lascia il posto prima a “Sea of a Million Faces”, dedicato alla paura di perdere la persona amata, poi a “What About You”, che parla dell’amore che sta finendo. Segue “Wether I’m Wrong”: l’amore é ormai finito e il brano é un’amara e disillusa riflessione sulla vita.
Si tratta, dunque, di un lavoro intimistico, personale, ma non appare troppo marcatamente autobiografico. Non è stucchevole, o melenso. Parla di temi nei quali è facile e possibile ritrovarsi, con una poetica diretta ma non banale, ben supportata dalle scelte stilistiche effettuate.
Chiaramente è un prodotto confezionato su misura attorno alle qualità vocali dell’artista ma, senza dubbio, vista la portata di queste qualità questo non appare di certo un limite.
Giulio Focardi