Alice tambourine lover “Down Below”, recensione

Di rado amo tornare sui miei passi. Prediligo recensire band di cui mai ho parlato, forse per evitare di ripetere troppo le mie sensazioni, o forse più semplicemente perché fagocitato dalla continua e patologica necessità di conoscere il nuovo. Ci sono però casi in cui il gusto soggettivo vince su tutto e, come è naturale che sia, mi ritrovo a parlare di “vecchie” band…proprio come accade in questo nuovo viaggio di Alice Tamburine Lover, ancora una volta legati alla Go Down Records.

 

 

Il nuovo album del duo sembra voler confermare il percorso intrapreso da Alice Albertazzi e Gianfranco Romanelli, attraverso un sempre più marcato sentore psych, arma complementare all’indelebile impronta folk rock a cui l’ensemble bolognese ci ha abituato. L’album, pubblicato in vinile qualche mese addietro, trova sin dalle prime battute di Down below una quadratura espressiva, in cui intensità e surrealismo cavalcano verso “danze” inattese. Figli dell’alt-rock anni ’90, il combo si veste di psych-blues (Dance away) per poi giocare con suoni estesi e calmieranti (Blow away), con i quali perdersi ad ovest di sonorità più familiari. La release, nonostante un’ottima e costante presa sull’ascoltatore, mostra il suo apice espressivo attraverso il desertico e lisergico sentiero narrato con Train, a mio modesto avviso una delle migliori composizioni della band, qui più che mai in grado di dare concretezza ad immagini ipnotiche, poste oltre la soglia della percezione.

 

A chiudere il disco, ricco di ospiti (Dandy Brown, Sergio Altamura e Andrea Albertazzi) e altrettanto ricco di suoni inusuali (e bow, leslie, dobro …), è la conclusiva Surround you che, insieme a Into the maze, offre uno sguardo in grado di cavalcare con merito il fertile parterre dell’underground.

 

TRACKLIST:

1. Down Below

2. Dance Away

3. Blow Away

4. Follow

5. Into The Maze

6. Rubber Land

7. Train

8. Surround You