Alberto nemo “6×0 Live (Vol.I), recensione
Difficile, evocativo e stilistico, ecco l’esordio di Alberto Nemo, compositore veneziano dedito a sonorità intangibili ed eteree, in cui atmosfere cripto-sacrali si avvicinano a barocchi impianti evocativi e struggenti, in grado di raccontare un mondo oscuro, rinchiuso all’interno di una spelonca nereggiante, in cui classicismi e strutture espressive tutt’altro che facilitanti, portano l’ascoltatore verso suoni inattesi.
Un disco (di certo) difficile che, proprio come un testo filmico di Lynch, appare visionario ed estraniante, sorprendendo senza esplicitare, ma facendo intuire il sentiero da percorrere, evitando di giungere ad un reale epilogo. Un’opera complessa, definita attorno ad una narrazione arida, cruda e reiterata che rispecchia l’inquietudine ed i grigiori della foto-session posta in cover art.
Sin dalle prime note si percepiscono, infatti, rimandi dark-alternative, per certi versi non troppo discosti dai vocalizzi di Jonsi, pronti a posare le proprie pietre angolari su lirismi classici in cui la voce e gli archi della presa diretta ridefiniscono più volte il contorno ideale di 13 lucertole, atto secondo di un’opera che alle orecchie e agli occhi di alcuni potrà sembrare pretenziosa, ma che in realtà utilizza idee classiche e sediziose in un periodo storico totalmente avulso dalla creatività.
Gli sviluppi e gli arrangiamenti ricalcano atmosfere particolari dando vita ad un fil rouge narrativo ed emozionale, a tratti difficile da digerire. L’originalità, il coraggio e la tecnica con la quale Nemo riesce a raccontare, ha di certo la necessità di essere esposta al di là di quello che può essere un gusto soggettivo. Le emozioni descrittive degli archi aumentano l’eleganza amara, cupa e nereggiante posta attorno a filtri pseudo-clericali di In-somnem, arrivando poi ad uno dei passaggi più interessanti, posti tra Vortici acustici in cui, ancora una volta, la voce funge da strumento aggiuntivo, mescolandosi volutamente alla note e ad una timbrica particolare, proprio come conferma Non posse non finire , chiusura ammaliante, pronta ad abbracciare in maniera istintiva e costrittiva l’ascoltatore, trasportandolo sulla linea del tempo, mediante un immaginario, perduto, limpido e vivo mondo visionario ed osservativo.
TRACKLIST
01. Antrophomorphos
02. 13 lucertole
03. In-somnem
04. Se(m)mai
05. Vortici
06. Non posse non finire