Ade – Prooemium sanguine recensione.
Bisogna guardare in faccia la realtà.
Nel campo dell’Heavy Metal l’estero, in particolar modo gli States ed il Nord Europa, la fanno da padrone. La scena italiana non ha grandi sbocchi ed è molto bistrattata e snobbata dal grande pubblico (italiano incluso). Tuttavia, ciò non significa che il nostro “Bel Paese” non abbia nulla da offrire, anzi! L’Italia pullula di band, molte delle quali hanno parecchio da dire e nulla hanno da invidiare ai loro colleghi esteri. E gli Ade ne sono una prova.
Il sestetto nostrano Ade, nato nel 2007, ha dato finalmente luce al suo primo full lenght sotto la direzione della Casket Music, celebrando in un colpo solo le loro origini italiane, ma soprattutto, romane.
Se si volesse sinteticamente descrivere “Prooemium Sanguine” in cinque parole, penso non esisterebbe nulla di meglio di: “il Death Metal dell’Antica Roma”.
Intanto, già dal titolo traspare tutta la sua anima, che è come un viaggio. Un viaggio nell’antica Roma, attraverso le numerose vicissitudini, soprattutto battaglie, che l’hanno forgiata. Per riuscire a trasportare l’ascoltatore nell’atmosfera giusta, gli Ade utilizzano due semplici stratagemmi. Uno è palese, ancor prima di schiacciare play: l’utilizzo del latino. Quasi tutte le canzoni dell’LP contengono parti in cui l’onnipresente inglese si arrende, lasciando il posto al glorioso latino, facendo assumere alle canzoni una nota di stravaganza, forse, ma anche di solenne epicità.
Il secondo, invece, si rivela appena si comincia l’ascolto. Le canzoni contengono infatti strumenti tipici romani ed africani, quali la lira, il liuto, la darabouka, l’ud ed il djembe (prevalentemente suonate dal talentuoso Simone d’Andrea). Le atmosfere che si vengono quindi a creare sono assolutamente fantasmagoriche, d’altri tempi, dando una connotazione del tutto particolare all’intero CD, dove alle laceranti chitarre distorte ed ai doppi pedali del Death Metal si unisce la suadente armonia degli strumenti antichi dei nostri avi. Un connubio inaspettato, e forse proprio per questo azzeccato.
Infatti, fin dal primo pezzo, Pomerivm, si sperimenta questa esperienza, vale a dire quest’unione tra l’antico ed il moderno. La canzone comincia proprio con un seducente arpeggio di ud che proietta subito l’ascoltatore nell’atmosfera che doveva esserci nell’antica Roma. Basta attendere poco ed ecco che si aggiungono le leggere percussioni del djembe, seguite poco dopo da un coro latino… Ma non bisogna lasciarsi ingannare, perché dopo poco il Death Metal si palesa, in un opening con chitarre graffianti e batteria che si scaldano, pronte a dare il via al massacro. Ancora poco e poi si entra nel vivo dell’album, e la parte moderna entra in scena con tutta la sua violenza, in un trionfo di riff laceranti, rullate senza scampo e, immancabilmente, il growl profondo. E da qui prende il via questo viaggio che ci porta nei tempi antichi, mostrando cruenti campi di battaglia, feroci duelli, divinità assetate di sangue e la gloria dell’eternità. Ed è un viaggio che porta ad immaginare orde di legionari pronti alla guerra, gladio alla mano, fuoco nel cuore. Una visione già anticipata, se possibile, nella magnifica copertina, con una donna lupa che allattando il nostro piccolo Romolo rappresenta il preludio (prooemium…appunto) della nascita dell’impero più glorioso della storia.
L’album procede quindi così, tra riff e scale in pieno stile Death Metal e sottofondi e stacchi a suon di liuto e lira, per 35 minuti di pellegrinare tra due mondi terribilmente lontani… ma forse, non poi così dissimili.
Certamente quindi si tratta di un buon debutto, che mostra che i nostri sei romani hanno della stoffa e spazio per crescere e migliorare.
Le chitarre di Messor e Fabio sono potenti, graffianti, come si confà ad un CD del genere. La batteria gestita da Aeternus non è da meno, tenendo il passo con violente rullate. Ordinaria amministrazione, niente che faccia gridare all’avvento di un nuovo Messia delle pelli, ma intanto il suo lavoro lo fa, e lo fa egregiamente. E poi, naturalmente, abbiamo l’elemento che più caratterizza questa band: il già citato Simone, con i suoi “romanici” strumenti, che crea atmosfere suggestive, portando una ventata di freschezza in una sonorità che altrimenti non sarebbe poi tanto diversa dalle innumerevoli band in circolazione.
Bisogna però dire che, sotto certi punti di vista, le loro peculiarità, oltre ad essere il loro punto di forza, rappresentano purtroppo anche il loro tallone d’Achille. Infatti, un conto è inserire pezzi in latino nelle canzoni, un altro è fare dei testi esclusivamente in tale lingua. Da un lato, dà senz’altro un tocco ricercato all’opera valorizzandola, ma dall’altro rischia di stuccare l’ascoltatore. Lo stesso vale per gli strumenti antichi che mentre in alcuni tratti sono quasi indispensabili, in altri risultano un po’fuori luogo. Nella pratica, questi due problemi possono influire negativamente sulle prime impressioni dell’ascoltatore. In ogni caso, entrambi possono essere sicuramente limati con l’esperienza. Perciò, sebbene abbiano ancora delle lacune, (tra l’altro comprensibili, visto che – come detto – ci troviamo di fronte al loro primo LP) gli Ade si dimostrano validi elementi emergenti della scena Death Metal, regalando pezzi di notevole intensità, come l’opener Pomerium, Furor Amnis, Alba Domita e Versipellis.
Tirando le somme, dunque, terminate le note finali dell’ultima canzone di questo LP, che resta da dire? Beh, Prooemium Sanguine è decisamente un lavoro interessante, che merita l’ascolto di ogni buon deathster e non. Magari al primo ascolto lascerà delle perplessità, ma un ascolto più approfondito farà apprezzare molto di più questa fatica degli Ade, che provano sicuramente che anche in Italia c’è del potenziale. E perché no, magari tra qualche anno ci si potrà riferire a questo sestetto come i Nile dell’antica Roma! Certo, decisamente azzardata ed esagerata come provocazione, ma c’è sicuramente da augurarglielo, perché da quel che hanno mostrato con questo LP, i nostri sei legionari romani meritano una chance.
01. Pomerivm
02. Fvror amnis
03. Timor macilentvs
04. Silens trames
05. Ab aeterno
06. Alba domita
07. Obsidio noctv
08. Versipellis
09. Pro aliqva Roma vitam profvndere