“360° The Beatles Antologico”, recensione ed intervista

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Il libro

Immaginate un’associazione di giovani autori che si sta facendo strada nel panorama del fumetto italiano, immaginate una di quelle idee ambiziose che arrivano quando meno ci si aspetta. Immaginate una serie di persone con una passione comune che si attivano per realizzarla.
Così si legge nella prefazione di Alessandro Ferri anima curatrice (assieme a Matteo Gerber) di questa stupefacente avventura chiamata 360 ° The Beatles antologico.

Un’opera coraggiosa, decisamente riuscita, che sembra volersi presentare con le vesti dell’originalità, all’interno di un infinita bibliografia sui quattro scarafaggi di Liverpool, che con i caratteri dell’incessante continuità, tuttora in itinere, appare (talvolta) vissuta dai fan come una vera e propria agiografia,innestata all’interno di una ricerca affannata per aneddoti rilevanti e dettagli inediti.
Il volume, edito dall’Associazione Culturale Bookmarks Comics, racconta i Beatles in maniera anomala, attraverso estratti di una vita musicale e sociale esposta senza soluzione di continuità, mediante autori ed illustrazioni diversificate. Una sorta di collection grafica, in cui le storie vengono rappresentate ed interpretate partendo da semplici episodi di una vita rivelata, tramandata ed ascoltata. Tra le pieghe delle 120 pagine, il lettore avrà la possibilità di incontrare la psichedelia grafica di Shainy Attakaran, il realismo raccontato da Daniele Vassella e dalla china di Lorenzo Nuti, ed ancora l’originale modernismo grafico di Alessandro Bacchetta, o lo stile seventies di Cristian Di Clemente.

Tra gli episodi più riusciti annoveriamo la straordinaria mescolanza stilistica di Francesco Gazzini (che sembra portare alla mente alcuni stilismi dell’artista genovese Gregorio Giannotta) e la bellezza narrativa del duo Luca Salce e Leonardo Calamati, che con All things must pass ricamano attorno a disegni accattivanti una curatissima coloritura, surreale e melanconica.

Un libro che di certo riuscirà ad incuriosire non solo i fan indefessi, ma anche chi nella lettura vuole perdersi tra illustrazioni e disegni d’autore.

Breve intervista bonsai con Matteo Gerber

1) Come è nata l’idea di The Beatles 360° Antologico?

L’idea nasce dalla mia voglia di unire due passioni che mi accompagnano da tempi immemori: quello per i fumetti e quello per la musica ed in particolare quella dei Beatles, di cui posso definirmi un autentico “fissato”…
Non ho ascoltato altro… dall’età di 13 anni, fino ai 18, età in cui ho deciso di ampliare la mia conoscenza musicale ai contemporanei del quartetto di Liverpool e alle band odierne, che esistono grazie alla loro influenza.

Da anni, ormai, si svolgono i Bellinzona Beatles Days (dalle mie parti, ebbene sì, sono svizzero). Ho deciso di contattare l’organizzazione per fare questo antologico a fumetti in collaborazione.Hanno accettato, ed abbiamo aperto l’edizione del 2011 con la presentazione dell’albo e l’esposizione delle tavole.

2) Come le 11 storie sono entrate a far parte di questo volume?

Come dicevo, sono un “Beatles-nerd” in maniera patologica. Ho dunque deciso di dare libertà agli autori, ma assegnando io stesso il periodo della loro carriera, individuando quale tratto si adattasse a quale periodo. Devo dire che, vedendo quello che ognuno ha tirato fuori, la scelta è stata proprio azzeccata!

3) Perché sviluppare un libro attraverso diversi stili artistici e micro-soggetti?

Perché è un modo come un altro di raccontare qualcosa… Nel caso dei Beatles, la loro storia è stata narrata in mille modi diversi, ma ritengo che un prodotto così non si sia mai visto: ognuno ha deciso di raccontare i Beatles in maniera personalissima. Nella storia di Alessandro Bacchetta, addirittura, non si parla dei Beatles, ma di tutto ciò che li circondava. In quella della coppia Recupero/Di Clemente, viene tirato in ballo Gesù in persona per la famosa frase di John Lennon “Bigger than Jesus”.

Altri hanno scelto di attenersi al raccontare un dato periodo, cosa altrettanto rispettabile, ma questo antologico non è solo questo… infatti ho scelto di chiamarlo “360 gradi the Beatles Antologico”, un giro di 360 gradi intorno alla storia di questo gruppo storico.

4) Quali sono i limiti e le potenzialità di un prodotto come questo? E quali le critiche che i fan potrebbero riportare?

La prima critica mi è arrivata da un ragazzino ancora più “Beatles-nerd” di me, che si è presentato alla mostra l’indomani dell’inaugurazione facendomi notare che, nella storia Mike, Ask yourself why John Lennon sta guidando a destra, mentre, essendo in Inghilterra, il posto di guida dovrebbe stare a sinistra. Questo la dice lunga su quanto noi appassionati siamo “personcine” molto precise quando si toccano i nostri beniamini. Di critiche, i fan so che ne troverebbero davvero molte da fare… ma il bello di questo volume è che non è dedicato solamente a loro, ma anche a chiunque ami la buona musica e si limiti ad apprezzarli.

5) Rivedendo il prodotto finito cosa vi inorgoglisce e cosa invece avreste preferito migliorare?

Credo di aver espresso in maniera abbastanza esaustiva ciò che mi inorgoglisce di questo volume… Cambierei sicuramente la copertina e lo farei più grande, aggiungendo altre storie ed aneddoti. Questo giustificherebbe ancora di più il titolo e ne rafforzerebbe il concetto. Ma, chissà, forse un giorno…

6) Avete idea di proseguire la collana Antologies attraverso lo sguardo disegnato su altre rock band?

Di idee ce ne sono molte, non solo dedicate a rock band o personaggi della musica. Di certo continueremo la strada degli antologici, perché l’esperienza è stata più che positiva ed il risultato finale sorprendente! C’è qualcosina in cantiere, ma per ora à ancora top secret!