Prehistoric Pigs, The fourth moon, recensione album
Mattia Piani, Yuri e Jacopo Tirelli sono i tre nomi che si celano dietro l’artwork di MontDoom , abile nel restituire graficamente il triangolo sonoro che i Prehistoric pigs hanno costruito attorno a heavy psych, doom e stoner. Sei tracce che segnano il ritorno sotto l’egida della Go down Records, pronta ad accogliere il quarto capitolo di una band che in soli 10 anni di attività ha accelerato il proprio processo di crescita, attraverso divergenti esperienze pronte a maturare ai bordi di un disco evocativo e trainante.
L’opera, a mio avviso annoverabile tra le migliori uscite Go down Records, appare come un silente viaggio verso l’ignoto, una sorta di romanzo wordless, in cui perdersi tra colpi di scena, inquietudini e disorientamenti (C35). Un nero vinile da ascoltare ad occhi chiusi, attraversando le lande sceniche di Crotonton e le reiterazioni sonore di Old Rats, un’oscura ed inquieta composizione sensoriale, atto anticipatorio della titletrack, pronta a disegnare l’attesa per un distopico finale, in cui Meteor 700 definisce l’atteso coup de théâtre, chiusura perfetta di un disco da possedere.
TRACKLIST
SIDE A
1. C35
2. Old Rats
3. Crototon
SIDE B
1. The Fourth Moon
2. Left Arm
3. Meteor 700