Il branco Barracuda, “Rurale”, recensione
Nati attorno all’anno domini 2014, Il branco Barracuda torna a noi con una mescolanza di Pop rock e cantautorato, atto a portare con sé ironia e accortezza narrativa.
La band bresciana, giunge alla sua seconda fatica sotto l’egida di Alka Records, non certo per prendersi troppo sul serio, nonostante la rettitudine con cui sembrano aver portato a termine la loro tracklist; infatti, il lavoro dato alle stampe in questo 2023 porta in dote passaggi diversificati che, macchiati dai sentori Cake di Cinesi e dalle impronte bislacche di Lothar, salpa dall’ideale sguardo verso un’infanzia lontana, ricca di sensazioni piacevolmente proto-demenziali pronte a riemergere in Salsa, una traccia che trova ispirazione negli Skiantos de Signore dei dischi.
Se poi con Chardonnay si palesa una certa ingenuità musicale, con il beat di Basta torniamo nella follia esecutiva di un quintetto che ha ancora molta strada davanti a sé, ma che nonostante qualche punto interrogativo riesce a giocare con l’ascoltatore attraverso gli incisi di Faccia di merda e la riuscita chiusura di Introluzione, che da sola vale il prezzo di un disco che sa di show libero dall’atteso.
Tracklist
1. Estate Artica
2. Cinesi
3. Lothar
4. Salsa
5. Chardonnay
6. Basta
7. Faccia di merda
8. Introluzione