“Now here Nowhere” Alex Infascelli, recensione libro
Un viaggio continuo, un turbine senza quiete in cui perdersi.
Alex Infascelli per molti è e rimane il regista di pellicole cult come H2Odio e Almost Blue. Per altri è il Deus ex machina di Mi chiamo Francesco Totti. Per altri ancora rappresenta lo spirito visionario di videoclip come Beppeanna dei Bandabardò, Potere alla parola di Frankie hi-ntg mc o Labyrinth di Elisa. Da oggi, per alcuni, sarà semplicemente l’autore di un romanzo (proto-biografico) intitolato Now Here Nowhere.
Edita da HarperCollins, la narrazione dell’autore romano appare sospesa tra biopic e licenze poetiche, pronte a narrare il vortice di un protagonista per certi versi borderline, spesso seduto ai confini della normalità. Un interprete che, sviluppando i contorni dell’antieroe, fugge dalla realtà, dal dolore e dalla tranquillità per affrontare un vortice di eventi, che lo porterà a perdersi nel più classico triangolo sesso-droga-rock’n’roll.
Partito da Roma, infatti, Alex si ritrova nell’America folle e vivace degli anni ’90 tra personaggi oscuri e perduti, che si alternano ad amori sempre più smarriti, ingranaggi involontari di un’odissea moderna, che porterà l’attore principale a incontrare Kurt Cobain, Cortney Love, Prince Eddie Vedder, i Blind Mellon e Matt Groening.
Il romanzo, posto tra Nikki Six ed Enrico Brizzi, avvolge il lettore attraverso uno stile scrittorio dinamico e contemporaneo che non sembra avere particolari anticlimax, ma che, al contrario, vive in costante up con riuscita accortezza.
Pertanto, non abbiate troppi dubbi… siete di fronte ad un racconto in cui entrare, magari mettendo Bleach dei Nirvana come colonna sonora.