Barabba, “Primo tempo”, recensione album
L’elettronica incontra una chiara urgenza narrativa, immersa in beat, distorsioni e spoken-word.
Ladies and Gentlemen ecco a voi Barabba, un interessante progetto nato dalle intenzioni narrative di Jonathan Iencinella, Riccardo Franconi e Nicola Amici, trio marchigiano dedito a sonorità ipnotiche e avvolgenti in cui, sin da subito, ci si ritrova a galleggiare con la mente all’interno di composizioni visionarie ed oniriche (Bastare a me stesso). Durante la setlist la vocalità appare un chiaro mezzo evocativo. Un viaggio sonoro etereo e nuvolare, che ci propone un ragionato flusso di coscienza mediante luci scure e spigolose (Momo) pronte a trovare il proprio climax espressivo tra le note di Quei due.
Il brano, realizzato in featuring con Marco Drago e Giovanni Succi (Bachi di pietra), sembra disegnare i contorni di un itinerario inquieto, posto tra sguardi amorosi e disagi imbarazzanti. L’Lp, trainato da un accorto realismo, trova nel suo protagonista Barabba, il trait d’union dipinto con un’insolvibile disillusione, evidenziata dalla scomodità emozionale di Bianco Natale.
Ora … non ci resta che attendere il loro secondo tempo per capire quanto il finale possa essere aperto e cinico.
Tracklist
Un altro
Bastare a me stesso (feat. Paco sangrado & Serena Abrami)
Momo (feat. Tommaso Uncini)
L’ultima mano (feat. Caterina Trucchia)
Quei due (feat. Giovanni Succi & Marco Drago)
Bianco Natale