Possessed Curse over Europe 2014@Magnolia
Oscar Wilde nel suo capolavoro The importance of Being Earnest diceva che, se non ci avesse messo troppo… avrebbe atteso tutta la vita. Qualche giorno fa, dopo 29 anni, sono riuscito nel dare soddisfazione ad una delle mie molte attese: vedere i Possessed dal vivo.
Ma partiamo dal principio.
24 luglio 2014. I Possessed, uno dei gruppi trash-death più influente di sempre, torna nel nostro paese a distanza di un solo anno, questa volta al Circolo Magnolia per la gioia, non solo di qualche “pischello” metallaro, ma anche e soprattutto per chi “pischello” lo era a cavallo tra anni ’80 e ’90.
Guardandomi attorno il mio timore di essere ormai troppo vecchio per eventi di questo tipo si è dileguato quasi subito, quando, osservando la curiosa fauna attorno a me, ho riconosciuto maglie sgualcite e scolorite dal tempo, che proprio nulla avevano a che fare con le “tamarre” t-shirt di questa nuova turnè. Capelli brizzolati ben mescolati a nuove frotte di hmk, pronti a scatenare la propria energia in un pogo duro e continuativo, che (ahimè) non mi appartiene più.
A fare da contorno all’avvenimento (unica data in Italia) è Il Circolo Magnolia, splendido ed accogliente spazio verde. Un locale forse unico nel suo genere, raccolto tra il verde periferico della Milano caotica e le acque dell’Idroscalo. Un area ampia e ottimamente strutturata, in grado di offrire ben tre pachi, un’area merchandising ed un pub. Non a caso, infatti, ormai da anni il Magnolia offre una serie di eventi mirati e per certi versi unici, riuscendo a dare ampia scelta ai propri utenti (Sick Tamburo, Skid Row, Godi is an Astronaut, Anti-Flag…).
Proprio durante l’esplorazione dell’area, attorno alle 22.00 ecco le prime note, a salire sul palco non sono i Cattle Decapitation come mi aspettavo (ancora adesso non so il perché del cambio di programma), ma I Lacerhate, abili moshcore cremonesi, che riescono a portare sul palcoscenico una buona dose di convinzione ed energia, nonostante l’ancora distratta e sparuta platea. La band, pur mostrando qualche indecisione alle pelli, sfoggia di sé un buon lato emozionale, grazie alla chitarra ritmica di Lita e alla vocalità del frontman, reale valore aggiunto del quintetto, qui penalizzato da un gioco luci non troppo convincente. La band, con il più classico senno di poi, sembra offrire uno show vivo e piacevole, in cui solo le dimensioni limitate del palco al coperto hanno circoscritto la voglia di osare del vocalist, la cui energia propulsiva lo trascina sul finire del live, all’interno del pogo sotto palco.
Attorno alle 23.00 si inizia a respirare una sentita attesa. Dalle quinte le luci si immergono nella scritta del monicker dei Possessed, le cui fiamme dipinte sembrano dare tridimensionalità alla bianca croce riversa. Il fumo inizia a mescolarsi con le luci rosse e bianche che danno a battesimo alla data italiana del Curse over Europe 2014. L’attesa per Jeff Becerra muove cori blasfemici assopiti solo dai primi riffing di Ernesto Bueno e Rick Cortez, ali protettive del frontman alle prese con problemi di audio sulle cavalcate iniziali. Prontamente risolti i problemi audio, l’emozione iniziale si propaga tra le vecchie linee, più composte ed osservative, e le nuove leve (tra cui i membri dei Lacerate) alle prese con un ininterrotto e tribale pogo ondulante. La voce di Becerra inizia a levarsi mefistofelica e modulata attraverso un lieve cambiamento rispetto alle origini. A tratti affaticata e scostante, la voce arriva ai presenti comunque avvolgente e graffiata, soprattutto in composizioni quali Satan’s Curse, Twisted Minds e la sempre magnifica The Exorcist.
Il live prosegue poi attraverso un percorso sonoro (ovviamente) d’epoca, mediato da una performance che sente l’assenza di Larry LaLonde, ma che offre una sezione ritmica tecnica e veloce pronta a trovare i suoi apici emozionali con Tribulation e Death Metal, che ancora oggi fanno tentennare anche i più compassati.
Insomma un concerto che, detto da fan della prima ora, avrei immaginato più coinvolgente, ma che rimarrà di certo nei meandri della mia memoria a lungo termine.